Luca Carboni compie oggi compie 60 anni e per l’occasione siamo andati a rileggere sul web delle sue interviste dove spiegava come scrisse il suoi più grandi successi. Uno di questi è senza ombra di dubbio Mare Mare pubblicato nel 1992 come secondo estratto dal quinto album in studio Carboni. Con questo brano l’interprete si presentò al Festivalbar 1992, uscendone vincitore assoluto. A settembre Carboni eseguì la canzone a Vota la voce e si aggiudicò il premio come miglior artista maschile.

Ecco una sua recente intervista a Rolling Stones:

C’è un momento di quel pezzo che è pura new wave, un passaggio strumentale esaltante.
Sì, devo dirti che io Forever l’ho sempre un po’ considerato un album new wave, in quell’anno uscivano tante cose di synth band dall’Inghilterra che amavo: Talk Talk, Spandau Ballet, Depeche Mode, Bronski Beat e dagli Stati Uniti… beh, Prince.

Il mare comunque nella tua canzone è sempre più un’aspirazione, un sogno, un desiderio, un simbolo.
Mare mare è così ed è drammaticamente malinconica, qui direi proprio che c’è una dimensione di tristezza vera, quando l’ho scritta mai e poi mai avrei pensato che sarebbe diventata una hit importante, il singolo che poi è stato ed è ancora.

Dove l’hai scritta? Ti ricordi?
Ero all’Isola d’Elba a scrivere, io per lavorare e per essere creativo cerco sempre il mare vicino e se possibile in inverno o autunno. Luca Carboni lo avevo scritto tutto a Riccione, in inverno, avevo affittato una casa apposta, mentre nell’89, ’90, ’91 avevo questa casa in affitto tutto l’anno all’Elba. Lì dunque ho scritto le musiche di Mare mare, avevo tutte le tastiere, registravo provini, poi rimase un anno ferma questa musica, senza un’idea di testo, testo che scrissi quando iniziammo a registrare, così come feci con Ci vuole un fisico bestiale, per la quale avevo, allo stesso modo, già pronta la musica. Nel caso di Mare mare il testo era nato verso maggio, ero stato a Riccione e stavo rientrando a Bologna, ero sul lungomare, in auto e ho visto un piano bar che stavano montando per la serata, c’erano dei ragazzi che stavano sistemando e io mi sono fermato, ho accostato e sono sceso ad ascoltare le prove di questo piano bar e da lì mi è venuto in mente il testo.