Nella sua autobiografia Inside Out, Demi Moore ha parlato nel dettaglio di alcuni dei suoi film più celebri, tra cui non manca Proposta Indecente,  film drammatico del 1993 diretto da Adrian Lyne nel quale recita al fianco di Robert Redford e Woody Harrelson. Mi sentii sprofondare quando lessi il copione del mio film successivo: era ancora una volta pieno di scene di sesso. Decisi di accettare il ruolo perché il soggetto era fantastico” racconta Demi Moore tra le pagine.

Trama

Due sposini (Moore e Harrelson) vanno a Las Vegas e si giocano tutti i risparmi nella speranza di finanziare la costruzione della loro casa dei sogni progettata dal marito architetto. E invece perdono tutto. Ma la moglie, Diana, cattura l’attenzione di un miliardario (Redford) che fa ai due un’offerta: 1 milione di dollari per passare una notte con lei. Tra mille dubbi, i due giovani accettano e da lì parte tutta la storia.

Harreslon come un fratello

Sui suoi colleghi, la Moore racconta:

Mio marito era interpretato da Woody Harrelson, uno dei migliori amici di Bruce e ormai anche mio. Potenzialmente avrebbe potuto farmi uno strano effetto: baciarlo era un po’ come baciare mio fratello. D’altra parte era rassicurante lavorare con qualcuno di cui mi fidavo.

Le scene di sesso

La Moore descrive nel dettaglio di aver avuto un rapporto piuttosto contrastante con il regista, Adrian Lyne, nato fin da subito, durante i primi provini. Lui non gradiva molto il suo essere così magra e la invitò, senza mezzi termini, a prendere peso perché “non voleva che sembrasse un uomo”. La Moore, dal canto suo, volle prendere posizione e stipulare un accordo sulle scene di sesso.

Feci un patto con Adrian: poteva girare le scene di sesso come meglio credeva, ma io avrei potuto rivedere tutto e avrei avuto diritto di veto su eventuali inquadrature superflue o troppo invasive. Era un accordo che richiedeva una grande fiducia da parte di entrambi e apprezzai molto la sua disponibilità.

Indicazioni un po’ troppo… spinte

Glenn Close che conoscevo mi aveva avvisata che le scene di sesso con Adrian possono prendere una piega bizzarra: mentre lei e Michael Douglas erano avvinghiati nel loft di ‘Attrazione Fatale’, Adrian li aveva incoraggiati urlando parolacce per tutto il tempo. Non aveva esagerato. Adrian sul set è davvero strano: mentre giravamo non stava mai zitto, e non si limitava a parlare ma praticamente urlava: “Che maiali! Oh caz**, mi è venuto duro!” oppure “Dai, prendiglielo in mano!”.

All’inizio mi faceva un po’ senso vedere questo tizio con i capelli lunghi da rockettaro inglese, tutto agitato e sudato, che sbraitava di erezioni. Ma una volta che mi fui abituata capii che c’erano anche dei vantaggi: la presenza di Adrian era così ingombrante sopra le righe che mi distraeva dall’imbarazzo.

Nonostante le difficoltà iniziali, la Moore apprezzò il risultato finale del film.

Nel momento in cui vidi il risultato finale, mi sembra molto bello. Non fui costretto a ricorrere al mio diritto di veto. Non c’era nemmeno un’inquadratura che mi mettessi a disagio o che apparisse volgare o eccessiva. I suoi film sono erotici, ma mai squallidi.