Stefano D’orazio ha avuto una figlia e quest’ultima ha diritto alla metà del patrimonio dell’ex batterista dei Pooh, morto nel 2020 per conseguenze dovute al Covid. Lo ha stabilito il Tribunale di Roma, ponendo così fine a una lunga controversia giudiziaria. Sebbene l’artista non l’abbia mai voluta riconoscere, Francesca Michelon è sua figlia come dimostra il test sul Dna.

Durante il processo, infatti, i giudici hanno disposto anche una perizia medico-legale su alcuni reperti biologici conservati in strutture ospedaliere in cui era stato ricoverato D’Orazio. I risultati non hanno lasciato dubbi in merito alla paternità. In forza della sentenza di primo grado, immediatamente esecutiva, la donna, oggi quarantenne, potrà dunque assumere il cognome D’Orazio ma avrà anche diritto a metà dell’eredità dell’ex Pooh.

“La prossima tappa è la riapertura della successione per riconoscere la nostra assistita quale coerede del 50% dei beni e richiedere 60mila euro di danno biologico, disposto in sentenza sulla base della valutazione del giudice in merito a durata del processo e tempistiche”. Lo spiega Luca Pozzolini, uno dei legali che ha seguito la vicenda processuale, assieme agli avvocati Francesca Ursoleo e Francesco Stefanelli. “L’azione legale è partita nel 2010 – ricostruisce Pozzolini – quando la ragazza ha saputo dal padre putativo di essere in realtà figlia di D’Orazio, che però ha sempre rifiutato ogni contatto, salvo una breve parentesi. Sono partiti diversi procedimenti in varie parti d’Italia (in quel periodo D’Orazio risiedeva a Pantelleria e il tribunale competente era quello di Marsala). Il musicista ha sempre negato che la giovane fosse sua figlia, arrivando a querelare la madre e il padre putativo, entrambi assolti con formula piena. L’attuale sentenza arriva a conclusione di un’azione avviata nel 2022, nei confronti dell’erede di D’Orazio” conclude Pozzolini.

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