Intervistata da “Repubblica”, Carol Alt, oggi 65enne, racconta di non aver mai rimpianto la scelta di lavorare per il cinema italiano, anziché per quello americano:
“In America mi chiedevano perché preferissi il cinema italiano e io rispondevo che da voi i ruoli erano migliori, i copioni si basavano su storie di donne profonde. A Hollywood, invece, la ragazza doveva stare in braccio a Batman, all’eroe di turno. Il cinema italiano è stato una grande scuola. E ho vissuto i giorni migliori della mia vita. Per questo chiamo ogni settimana: perché voglio tornare”.
La morte di Ayrton Senna ha segnato per sempre la vita dell’attrice. Era il suo grande amore:
“Ricordo tutto. È difficile parlare di una persona che non c’è più, perché resta solo la mia interpretazione, la mia emozione, la mia storia. Lui non è qui per raccontare la sua versione. Non ho mai provato nulla di così forte e profondo nella vita. È stato lo spartiacque: c’è un prima e un dopo. E dopo non è mai stato più lo stesso. Ci penso ogni giorno. C’è sempre qualcosa o qualcuno che me lo ricorda: un autista che mi dice ‘Ti ho vista con Ayrton a Trastevere’, oppure a Singapore, a Montréal, in Brasile… Lui è sempre nella mia vita”.
Tra i numerosi ammiratori dell’attrice, anche Silvio Berlusconi. Carol Alt ricorda i regali ricevuti dal leader politico quando era ancora Presidente del Consiglio:
“Mio marito si è preso tutto. Ho ricominciato da capo a 34 anni. Ma conservo una enorme farfalla che Silvio mi regalò una sera, a casa, a Roma, quando era presidente del Consiglio. È un gioiello che tengo in un cassetto e considero un portafortuna. Era generoso, ha sostenuto tutti i miei film. E apprezzo chi parte da nulla e costruisce una grande vita. Io ho fatto la cameriera, mio padre era un pompiere. Mentre parliamo guardo la mia casa, e ogni oggetto che vedo l’ho guadagnato. So quanto vale”.
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