Ospite di Nunzia De Girolamo a ‘Ciao Maschio’, Tiberio Timperi racconta i suoi esordi e di come la famiglia non sempre l’abbia appoggiato:

“Volevo fare esattamente quello che poi ho fatto. Ma non ho avuto la mia famiglia sempre dalla mia parte. L’illuminazione l’ho avuta a 14 anni, in un sottoscala di un bar a Cesenatico, dove c’era una piccola radio. I miei erano operai: oggi li definiremmo poveri, ma all’epoca c’era una dignità diversa”.

Timperi riflette sulla parte affettiva e di come le siano mancate le carezze:

“Sì, da parte di mia madre sono mancate. Ma mio padre, per molti versi, ha cercato di sopperire. L’analisi mi ha aiutato a capirlo, la faccio ancora oggi: credo sia importante, perché c’è un sentire sbagliato su queste cose”.

Poi si abbandona a un ricordo di gioventù:

“A 16 anni mi lasciò una ragazza. Per un anno intero guardavo il soffitto. Mio padre era molto preoccupato. Pensavo, romanticamente, che per me fosse finita. Poi ho capito che nella vita esistono tanti amori… per quante vite vuoi vivere”