Alessandro Greco si racconta in un’intervista al “Corriere della sera”, nella quale parla del suo passato in tv, delle ingiustizie subite e del successo di Furore. Se dovesse pensare a qualcuno che gli ha dato fiducia, riconoscendo il suo talento, direbbe:
“Raffaella Carrà , ma prima di lei devo citare anche Lino Banfi che, nel 1994, mi aveva voluto nel suo programma di Radio 2: imitavo i cantanti. Erano gli anni in cui Pino Daniele, Jovanotti e Eros Ramazzotti facevano concerti trionfali insieme, i fan si aspettavano un loro disco, che però non arrivava”.
Tanta gavetta eppure ci sono stati anni in cui Alessandro Greco non orbitava più in televisione, non sempre per suo volere e infatti ritiene non solo che avrebbe potuto fare qualcosa in più nella sua carriera, ma anche di aver subito delle ingiustizie:
“Il libero professionismo è fatto di alti e bassi. Spesso sono stato chiamato per togliere delle castagne dal fuoco, Se sei un conduttore la continuità conta, un utilizzo a macchia di leopardo è difficile da gestire. Cerco però di lasciare il segno ogni volta. Penso che avrei potuto dare di più e anche che ho subito alcune ingiustizie. Ci sono stati dei programmi che mi sono stati spiegati, proposti e che poi o non si sono fatti o sono andati in onda condotti da altri”.
Eppure, il suo più grande successo, ancora indimenticato, è stato Furore:
“Era la discoteca degli italiani. Nel 1998 vinse il Telegatto battendo proprio Sanremo, che era nella stessa categoria. Alla conduzione mi volle Raffaella Carrà, appunto. Avevo solo 25 anni e c’erano già pronti personaggi molto famosi che volevano quel posto. Io avevo fatto un provino che aveva convinto tutti e lo dissero a Raffaella, che era la capoprogetto”.
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