In occasione dei 30 anni di “Destinazione Paradiso”, Gianluca Grignani racconta, come riporta l’Adnkronos le vicissitudini a seguito della diffida inviata a Laura Pausini per la sua versione de La mia storia tra le dita:

“La diffida non la racconto, non voglio continuare il discorso. Non è stata difficile da gestire, ma fastidiosa. E il finale della storia non è stato raccontato quanto il resto. Laura non mi ha fatto sentire il brano. Ha cambiato testo e significato, passando dalla prima alla terza persona. È un’amica, ma in quel momento non lo è stata. Se abbiamo risolto velocemente la cosa, evidentemente non ero così lontano dalla verità”

Nessun brano inviato a Sanremo 2026. Grignani è stato netto:

“No. Perché avrei dovuto? Ci sarebbero anche dei pezzi, ma quando nel 2023 sono andato con Quando mi manca il fiato non sono stato neanche premiato della critica. Non gli regalo più un mio brano”

Il 5 dicembre esce l’edizione speciale dell’album che nel 1995 lo rese un’icona per un’intera generazione. La copertina è diversa dall’originale:

“All’epoca l’etichetta voleva fare più soldi possibile su di me. Quella copertina andava in quella direzione, ma io soffrivo. Ora l’ho riportata a com’ero davvero. È come se si fossero ristabilite le cose, una sorta di karma”

Nei ricordi riaffiora anche un Festivalbar “impossibile”:

“Mi sentivo imbrigliato dal playback. Così ho iniziato a girare intorno alla telecamera per far capire che non stavamo cantando davvero. Vasco dice che sono ingestibile. C’è una parte di me che non posso chiudere”