In occasione dell’uscita dell’album fotografico“50 volte Bellissima”, Loredana Bertè ha raccontata a “Vanity Fair” quanto nella sua vita è stata importante la bellezza:
“Quanto ha contato nella mia vita e nella mia carriera? Assolutamente niente, è sempre stata l’ultima cosa alla quale badavo. Sempre se c’era, poi: bella non saprei… Carina, ero carina.Oggi ci sono colleghe che puntano sulla bellezza, ma mi chiedo se sono belle, perché no, scusi? Che fastidio dà? Un bel vedere fa piacere a tutti. Se un’artista ha talento, perché porre limiti alla sua bellezza? Il problema è se non ne ha, ed è pure brutta: lì come la mettiamo?”
Rispetto a 50 anni fa l’artista si sente:
“Esattamente uguale a quella di oggi. Anzi, forse quella di oggi è pure un po’ peggio: sono diventata insofferente a tutto. Un po’ di pazienza ce l’avevo, quando ero più giovane. Poca, ma ce l’avevo. Adesso no, non mi va più di perdere tempo inutilmente. Però, magari, oggi prima di sbottare conto fino a dieci. O a cinque. Ma non ditemi che sono diventata matura: sono ribelle da cinquant’anni. Anzi, da prima. Voi mi conoscete da cinquant’anni, ma io ribelle ci sono nata”.
E ancora:
“Sono una rockstar atipica. Fumo mezza sigaretta al giorno, non bevo alcol, non mi drogo. Io sono più una dipendente affettiva, tendo a creare legami molto forti. Quelle dipendenze uniscono tutti, sono molto democratiche. La cosa fondamentale per superarle è non averne paura, non nasconderle: solo riconoscendole si può uscire da certi rapporti malati”.
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