Neffa, ospite della nuova puntata di “Stories” a Sky TG24 si è raccontato in “Neffa – Come un canerandagio”. La puntata è andata in onda lunedì 2 giugno alle 21:00 su Sky TG24 e sarà ritrasmessa sabato 7 giugno alle 12:30 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand.
Il 5 novembre arriverà a Milano con uno speciale concerto al forum di Assago, dove il cantautore porterà sicuramente il nuovo album, ma anche tanti ‘colori’:
“È un percorso, dal momento che non c’è mai stato un evento così per me. Visto che io ho interrotto i concerti da dieci anni o poco più, mi sembrava simbolico tornare con una cosa di questo tipo, che raccogliesse tutto e anche molte persone, quindi ci sarà sicuramente l’album nuovo e anche la parte due che sto preparando, e che uscirà prima di allora. La data si chiama ‘Universo Neffa’, dato che non si parla solo di uno, ma ci sono tanti pianeti di me”.
Facendo un passo indietro, la storia di Neffa comincia da molto lontano e, in tal senso, è anche complicato pensare a come e dove collocare casa-Pellino da bambino, almeno in un primo momento:
“Già mentre ci penso siamo in tre città diverse, dato che io dovevo nascere a Milano, perché i miei vivevano lì, ma la sorella di mia nonna era levatrice, quindi nascevamo tutti in casa e mia madre, ogni volta, andava nel suo paese natio, ovvero Scafati, in provincia di Salerno. Una volta partorito lì, siamo tornati a Milano, ma a due anni la mia famiglia si è trasferita a Roma e quando ne avevo sette si è spostata a Bologna. Quello costituì un evento importantissimo per la mia vita, un evento, se si vuole, di distruzione, dato che io in quel momento mi sentivo uno che già non aveva tutte le radici a posto. Avevo cambiato due case, ma quando poi la mia famiglia da Roma è arrivata a Bologna, probabilmente là è stata l’ultima volta in cui il me bambino era appartenuto veramente ad un vaso. Da lì in poi mi sono sentito sempre una pianta un po’ rampicante, selvatica. Eravamo cinque figli ed io ero stato il quarto maschio, con mia mamma che scherzando diceva per strada alle comari che lei e papà avrebbero voluto una femmina, e quindi io dicevo tutte le volte, ironizzando, che mi sentivo volutissimo”.
Proseguendo, se ripensa al momento in cui crede di aver incontrato e sentito il richiamo del rap, Neffa dichiara:
“È successo in varie fasi della mia vita, è successo ad esempio già quando io avevo diciassette anni e sentivo pezzi come ‘Unity’ di Bambaataa con James Brown, ma successivamente un momento fulminante in cui mi sono sentito coinvolto dall’hip pop, anche se lì era più rap, è stato quando ho sentito i Public Enemy, mi interessava la connotazione rivoluzionaria a livello sociale, non tanto politica. Da lì ho costruito qualcosa che poi veramente poteva essere come un esoscheletro che stesse bene con me. Io venivo dalla dimensione del batterista punk, e questo era un messaggio fortissimo a livello sociale ma soprattutto artistico, perché nel passaggio da cover band a dimensione artistica ho acquisito la mentalità secondo cui anche senza lo studio dal valore di milioni si poteva fare molto, grazie al proprio ingegno artistico”.
Successivamente, ripercorrendo tutta la lunghissima carriera musicale del cantautore, sono indubbiamente molti i pezzi di successo, con ognuno di loro che ha costituito a modo proprio una tappa importante. Tra questi, si possono ricordare ‘Aspettando il sole’, che rappresentava qualcosa di nuovo e innovativo per il periodo in cui era uscito, dato negli anni Novanta l’Italia non aveva ancora pienamente abbracciato il genere rap, oppure ‘Prima di andare via’, autentico successo radiofonico.
Tra i progetti discografici più impattanti, invece, c’è sicuramente poi quello realizzato con J-Ax e i Due di Picche, ‘Fare a meno di te’, dal quale è nato l’album ‘C’eravamo tanto odiati’:
“Ci eravamo un po’ odiati, in quanto ai tempi del rap nostro, la persona pubblica e la persona privata erano fortemente sovrapposte; quindi, se tu avevi uno stile che non piaceva, tendenzialmente potevi non piacere anche tu. Ai tempi un po’ c’era del testosterone, c’era un po’ di questa rivalità, poi devo dire che alla fine negli anni tu trovi nel tuo ‘avversario’ molti più punti di contatto, cioè ti riconosci sostanzialmente come un veterano di qualcosa. Quando, dopo, ci siamo trovati come ‘cani’ nella stessa stanza e abbiamo cominciato ad ‘annusarci’, con Ale (J-Ax, ndr) è partito un rapporto di amicizia veramente grande, lui è un uomo che ammiro davvero”. In conclusione, su quale consideri il suo più grande amore musicale, il cantautore non ha dubbi: “Si tratta di ‘AmarAmmore’, sarei molto sorpreso e grato se la vita mi regalasse un amore più grande di quello, lì è stato proprio un altro momento enorme per me. Pensare a quel pezzo, tutto insieme, l’ho considerato un dono”.
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