Alla vigilia delle ultime due date del tour Libertà negli occhi, Niccolò Fabi racconta a “Leggo” spiega cosa pensa di Sanremo:

“Non credo che abbia senso affermare graniticamente che non lo farò mai. In questo momento, non ho aspirazioni del genere. Mi sembrano due lavori diversi: è come chiedere a un tennista se vuole giocare al Super Bowl. Credo che una parte della magia dipenda dal fatto che le mie cose siano un po’ nascoste. All’essere mediaticamente sempre presenti – abbiamo citato Sanremo, il massimo della fiera, della vanità – preferisco la penombra. Le cose troppo visibili sono meno magiche: mi piace più immaginare che vedere”.

Per quanto riguarda la fine del tour che si avvicina racconta:

“Per ora, la cosa certa è che sia una fine. Inevitabilmente darà inizio a qualcos’altro, che ora non so prevedere. Le cose belle hanno bisogno di tempo per essere interiorizzate. È come scendere dal surf: l’onda ci arriverà addosso e da lì nasceranno sensazioni nuove. È un bel jet lag: si passa dal pieno al vuoto, dal clamore al silenzio. Sembra una vita fa. La musica, la vicinanza, tutto si è affinato. E il primo applauso è il più significativo: restituisce tutto quello che c’è stato prima”.