A 3 anni dallo scontro con Francesca Fagnani, Massimo Ferrero torna a “Belve” per un’intervista quasi impossibile. L’intervista all’ex presidente della Sampdoria ruota intorno agli alti e bassi della sua carriera, eccessi compresi:
“Sono invidiato tantissimo dal popolo perché vado di moda sempre. La mattina mi sveglio e canto mentre la gente è depressa. Quando ho fatto il soldato mi volevano mandare in marina e non sapevo nuotare. Mi hanno mandato da colonnello e parlavo da solo, quindi mi hanno mandato al manicomio due giorni e poi sono tornato a casa. Io ero un ragazzino, cominciavo a fare l’attore e guadagnavo qualche lira e mi volevano mandare in marina. A me che non sono nuotare”.
Sulla vicenda giudiziaria, che lo ha visto arrestato nel 2021 e poi prosciolto, Ferrero confessa:
“Andare in carcere non ne è valsa la pena. Le persone invidiose hanno voluto fermarmi. Di errori ne ho fatti tanti ma non ho fatto quello per cui sono stato arrestato. Sono venuti in 30 a prendermi in albergo. Sono stato 5 giorni a chiedere che tirassero fuori il cartello di Scherzi a parte”.
Fagnani concorda circa l’assoluzione ma gli chiede conto del patteggiamento accettato in passato:
“La mia società chiude per insolvenza? Non ero io. Ho patteggiato? Fu un errore. Acquistai la Sampdoria ma il mio sogno era comprare la Roma. Intorno a me c’erano solo ladroni, invece io sono sempre stato un imprenditore che si è mosso nel lecito. Non attribuisco colpe ad altri, è sempre stata colpa mia. Se sono stato un bandito? Sono orgoglioso di essere stato un bandito gentiluomo”.
Il breve soggiorno in carcere, però, lo ricorda come durissimo:
“A 70 anni sono stato in carcere per 14 giorni. Non ci credevo, Ho cominciato a crederci dopo 7/8 giorni. Ti crolla il mondo. L’ho sentita come un’ingiustizia. Ai miei figli ho detto che era un film, inventavo delle storie. Se ho pianto? Non so piangere. Singhiozzo”
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