In una lunga intervista a “Vanity Fair”, Isabella Ferrari spiega come ha vissuto il set di “Sapore di Mare” e di come non si aspettasse tutto quel successo:

“Non pensavo davvero a niente: ero una bambina, giravo le mie scene e poi me ne stavo in un residence con mia madre. Non sapevo nemmeno cosa fosse un film, cosa potesse essere una carriera cinematografica. Era solo un gioco estivo. Poi il film è uscito ed è successo quello che è successo. Mi ha travolta: non ero assolutamente preparata alla popolarità, né la desideravo”

La Ferrari ammette di averci messo molti anni per sentirsi davvero un’attrice:

“Per la prima volta nella mia vita sto lavorando contemporaneamente su tre ruoli di donne diverse, recitando in tre lingue, in tre produzioni: un film francese visionario con Marion Cotillard, il mio primo film con quel signore che è Pupi Avati, e poi, per la prima volta un film nel quale recito in americano, con Regé-Jean Page e Halle Bailey. Mi sono detta: “Vedi, sei sulla strada giusta”. Se mi ritrovo in questa situazione, però, è anche perché non ho mai voluto perdere la curiosità. Ma i dubbi su me stessa mi hanno perseguitata fino a ora; ho anche cercato di capire con gli analisti da dove arrivassero”.

Per quanto riguarda il suo ruolo della vita, racconta con fermezza:

“Morissi domani, sarei ricordata come la Selvaggia di Sapore di mare o la Scalise di Distretto di polizia. Ma sono sempre alla ricerca della chicchetta…”

E aggiunge che se tornasse indietro:

“Ho fatto dei film inutili, ma non hanno condizionato la mia carriera. Della copertina di Playboy a 18 anni non c’era proprio bisogno”