Intervistato dal “Corriere della sera”, Massimo Ghini commenta l’affermazione fatta da Pupi Avati, riguardo lo snobismo che spesso il cinema ha avuto nei suoi confronti:
“Sì, sono stato marginalizzato da un certo cinema, ci convivo da tutta la vita, se fosse dipeso da alcuni critici e da certi autori vivrei sotto un ponte. Evidentemente, ho un talento che mi tiene in piedi”.
Gli inizi sono stati in teatro e, in effetti, Zeffirelli gli aveva consigliato di restare sul palcoscenico:
“Ho girato 121 film e non ho mai vinto un David di Donatello, ho avuto una candidatura da adulto per Muccino e non ho vinto. Ora sono fuori quota, ho un’esperienza tale che chi se ne frega. La mia forza, lo so che per i 100 autori è una bestemmia, è il pubblico”.
Teatro con i più grandi, da Gassmann a Strehler e poi i cinepanettoni:
“Senza fare paragoni, ma se De Niro fa Taxi Driver e poi in una commedia si fa una puntura sul pene non c’è problema. Se lo faccio io finisce il mondo”
A proposito di star hollywoodiane, Massimo Ghini ricorda anche l’episodio vissuto con Sean Penn, infuriato con i fotografi:
“Nel 1998 giravamo a Firenze “Una notte per decidere”. La sera al ristorante sbucarono i paparazzi, lui inveì, io andai a parlarci ma quelli tornarono, ci fu una rissa. Mi ritrovai in mezzo. La polizia ci portò al commissariato. Al comandante, che non conosceva Sean Penn, dissi che era il marito di Madonna, quello non capì e peggiorai la situazione”.
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