Enzo Ghinazzi, questo il vero nome di Pupo, ha affidato al giornale “La Nazione” un ricordo personale e inaspettato su Pippo Baudo, sicuramente fuori dal coro rispetto a quanto si sta leggendo ed ascoltando in questi giorni:

“La scomparsa di Pippo Baudo ha generato un’infinità di post e commenti. Tantissimi artisti e addetti ai lavori hanno tirato fuori dall’album dei ricordi foto e pensieri per rendere omaggio a questo grandissimo personaggio. Naturalmente, come sempre accade in questi casi, nessuno è andato fuori dal coro dell’apologia. Anche io, che non ho mai fatto parte di nessun coro, desidero comunque salutare e ringraziare Pippo Baudo per tutto ciò che ha fatto per la musica italiana ma, soprattutto, desideroringraziarlo per non avermi mai considerato e aiutato“.

E continua raccontando:

“Ricordo quando mi disse che gli stavo antipatico e, soprattutto, gli sta antipatico il mio nome d’arte: Pupo. Il più grande talent scout di tutti i tempi aveva sentenziato già negli anni 80, la mia fine”.

Quelle parole furono per lui un duro colpo:

“Ci rimasi malissimo, non mi buttai giù, anzi, mi rimboccai le maniche e ricominciai a combattere. Grazie Pippo,senza di te, probabilmente, non avrei mai trovato quella tenacia e quella forza di reagire che oggi mi permettono di festeggiare i 50 anni di carriere e di essere sempre un ‘Pupo’. Che la terra ti sia lieve grandissimo uomo e monumentale artista”.