Tullio Solenghi ricorda con malinconia, in un’intervista a “Il Corriere della Sera”, l’amica e collega Anna Marchesini:
“Di Anna Marchesini mi manca la nostra telefonata quasi quotidiana. Continuavamo a vedere gli eventi, la storia della nostra esistenza, quello che ci accadeva attorno sempre con il famoso occhio obliquo del Trio. Non c’era la donna del Trio, avevamo tutti lo stesso sesso, non c’era nessun tipo di disparità, non c’era bisogno di quote rosa. Vigeva una legge ancora più severa, doveva esserci il plebiscito. Tre su tre. Credo che abbiamo buttato nel cestino centinaia di pagine perché avevano il difetto di non avere l’avallo di tutti e tre”.
Poi il successo:
“Il primo sketch del Trio con il Lascia o Raddoppia di Mike Bongiorno (Lopez), dove Anna si ritrovava in una cabina telefonica e io dovevo rispondere a domande sul calcio, ma mi facevano vedere un film degli anni 50. Arrivò la telefonata di un dirigente Rai: dalla prossima puntata lo spazio del Trio deve raddoppiare. Fu la prima tangibile prova del fatto che stavamo facendo qualcosa di importante“.
Ma non è stato tutto rose e fiori per Solenghi:
“A Domenica In quando alla fine c’era il giochino al telefono per trovare la parola misteriosa. Per me che venivo dal teatro, abituato a spaccare il capello non in quattro ma in sedici, era una tortura. Lì ho sofferto, era avvilente”.
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