Ospite a “Ciao Maschio”, Luca Ward ripercorre la pagina più dolorosa della sua vita: la morte del padre quando aveva appena 13 anni e il crollo improvviso della stabilità familiare:
“Io ho perso mio padre a 13 anni, che era la colonna portante della famiglia. Da lì siamo sprofondati nella povertà più assoluta… noi non avevamo proprio da cucinare nulla, non c’erano soldi”
Ward ricorda il momento in cui la madre, rimasta sola, mise sul tavolo le ultime 5.000 lire:
“Sono sceso in strada e ho chiesto lavoro a una ditta di traslochi. Il giorno dopo ero un facchino. Spesso si andava a fare la questua, cercavi le 50 lire, le 60 lire… perfino 10 lire per comprare la pasta”
Il racconto si fa ancora più struggente quando Ward ricorda un episodio che gli è rimasto impresso per sempre:
“Quando venivano a staccare la luce… un tecnico arrivò e trovò mia madre in silenzio. Mi portò con sé, mi fece vedere come rimettere il cavo. Mi disse: “Quando me ne vado, stringi la vite”. Ho fatto anche il fuorilegge, se vogliamo”.
Tra i ricordi più vivi, anche quello del padre, uomo orgoglioso e dignitoso:
“Una volta venne il droghiere con uno scatolone di cibo. Non voleva lasciarlo perché c’era un conto da saldare. Mio padre lo pregò per mezz’ora. Alla fine lo convinse… Poi si mise alla scrivania e lo vidi piangere. La prima volta nella mia vita”
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