In un’intervista al settimanale “Oggi”, Asia Argento si sfoga, ricordando le difficoltà incontrate dopo aver denunciato Harvey Weinstein per molestie, atto che diede il via al movimento globale #MeToo:

“Non l’ho fatto per me, ero la più semplice da distruggere. Per la gente, ero una prostituta… e una prostituta non viene violentata, no? Parlare non è stata una vittoria. L’unica vittoria è che lui sia in prigione… So che il mio gesto ha aiutato alcune donne e per questo non me ne pento”.

Una Asia Argento senza freni che denuncia anche la “deriva del movimento #MeToo” e  del “falso moralismo che ha generato”:

“Non si può più girare una scena di sesso a Hollywood se non è presente uno ‘specialista’ che sorveglia che tutto sia in ordine”.

Una vita piena quella dell’attrice, che si ritiene una sopravvissuta:

“Se mi considero una sopravvissuta? Mi piace questa parola. Più di vittima. Nessuno mi ha mai protetto, per cui l’ho fatto da sola. Una parte di me ha sempre voluto farmi del male, mentre l’altra si spingeva in alto…Il mio lato autodistruttivo, mi ha permesso di dimenticare il dolore, finché ha funzionato. Ho scherzato parecchio con la morte… Da qualche anno, ho smesso con tutto”

E conclude raccontando di aver sognato il compagno Anthony Bourdain, che si è tolto la vita nel giugno 2018:

“L’ho sognato un mese fa, ed era la prima volta. È venuto a spiegarmi perché l’aveva fatto. Provo ancora un dolore incredibile. Sono sicura che nel momento stesso in cui è uscito dal suo corposi sia detto: 1Ma che ho fatto?!’ Accetto ciò che non posso cambiare. La vita è anche la morte”