Sulle pagine di “Gente”, Carlo Verdone ha parlato dell’ultima stagione di “Vita da Carlo” e delle difficoltà che incontra oggi nello scrivere sceneggiature ironiche:

“Scrivere una serie è più facile che fare un film. Fare comicità oggi è difficile perché l’ironia non può diventare graffiante. C’è sempre qualcuno che si offende. L’altro giorno uno mi dice: “Vai a Milano per la promozione? In bocca al lupo!”. E io rispondo: “Crepi”. E lui: “Eh no, non si dice: si dice viva il lupo!”. “Ma che stracrepi il lupo e vaff….”

Fare ironia e portare in scena o al cinema prodotti comici è sempre più complicato:

“Devi stare attento. Mi capita in scrittura che mi vengano idee notevoli poi vedo gli sguardi critici e cambio anche se il risultato è meno efficace. La scorrettezza, con misura, ha sempre fatto parte della comicità, fin dalle maschere della commedia dell’arte. Con questi ragionamenti dovremmo buttare tutte le commedie degli anni ’60 e non va bene”.

Sulla base di questa riflessione Verdone ha ammesso che alcuni suoi film oggi non potrebbero essere più girati:

“Compagni di scuola” del 1988 con l’handicappato e “Acqua e sapone” del 1983 in cui mi innamoravo di una 15enne”.

Tra quelli che ancora riescono a portare in scena la comicità vera, quella che oggi qualcuno definirebbe “scorretta”, c’è invece Checco Zalone, elogiato da Verdone:

“Lo ammiro perché ha il coraggio di essere scorrettissimo e è intelligente”