Un personaggio piccolo piccolo diventato di grande culto. Lui, il Mini-me, clone malriuscito ma amatissimo del Dottor Male, cattivissimo protagonista di “Austin Powers”, che concentrava perfidia speculare nella fortunata serie di film di fine Millennio. Un uomo di 81 centimetri, che nonostante il nanismo aveva saputo conquistare un piedistallo a Hollywood. Senza riuscire a trovare la serenità.

Verne Troyer ha lasciato il suo pubblico a 49 anni. La sua scomparsa è stata annunciata con un comunicato sul profilo Istagram ufficiale. Poche parole, che lasciano una luce cupa sulla sua fine. “E’ con grande tristezza e con cuore incredibilmente pesante scrivere che Verne è morto oggi. Depressione e suicidio sono problemi molto seri, non si sa mai quale tipo di battaglia si sta vivendo all’interno. Siate gentili l’uno con l’altro e sai sempre che non è mai troppo tardi per raggiungere qualcuno che ti aiuti”.

La sua carriera era cominciata tra la fauna aliena di Men in Black nel 1997. Poi era passato dalle commedie al set di grandi registi, come Terry Gilliam che lo volle in “Paura e delirio a Las Vegas” e poi in “Parnassus”, ultimo lungometraggio di questo attore corto e tenace. C’era stata pure un’apparizione, ovviamente breve, in “Harry Potter e la pietra filosofale” e un cameo in un video di Madonna.

Cresciuto in una famiglia amish, dove aveva condotto la vita delle fattorie collettive senza mai venire emarginato, poi al successo si era unita una vita privata è stata turbolenta e discussa. Ci sono state le nozze con la coniglietta di Playboy Geneviene Gallen, ripudiate dopo un solo giorno, accusando la modella di avere allestito un matrimonio-show solo per farsi pubblicità. Poi c’era stata la diffusione di un video erotico privato, girato furtivamente. E storie di alcolismo. Pochi giorni fa è stato ricoverato in una clinica per “un incidente domestico”: sarebbe stato soccorso in stato di profonda ubriachezza. E quindi la morte. “E’ stato un combattente – recita il suo epitaffio su Instagram – Durante gli anni aveva lottato e vinto, poi lottato e vinto ancora, ma sfortunatamente questa volta aveva davanti troppo”.