Come gli appassionati di cinema ben sapranno, Eyes Wide Shut è stato l’ultimo film girato da Stanley Kubrick. Il celebre regista morì prima che la pellicola uscisse nelle sale, stroncato da un infarto il 7 marzo 1999.

In realtà, l’idea di girare un film come Eyes Wide Shut venne a Kubrick parecchi tempo prima, già negli anni settanta, quando rimase affascinato dalla lettura del romanzo di Arthur Schnitzler, Doppio sogno. L’opera “esplorava l’ambivalenza sessuale di un matrimonio felice e cercava di equiparare l’importanza dei sogni e degli ipotetici rapporti sessuali con la realtà” che poi è quello mostrato per l’appunto nel film con protagonisti Tom Cruise e Nicole Kidman. 

Grazie al nuovo libro di David Mikics intitolato Stanley Kubrick: American Filmmaker apprendiamo che il film avrebbe potuto essere molto differente dalla versione uscita nel ’99 dato che in origine Kubrick aveva in mente degli attori completamente diversi per quanto riguarda il ruolo maschile, il dottore Bill Harford, tra cui sono spuntati quelli impensabili di Woody Allen, Bill Murray e Tom Hanks!

Nella biografia del regista scomparso, Mikics rivela, attraverso la sua ricerca, che Stanley Kubrick negli anni ’70 e ’80 cercava un attore comico per quella parte:

“Negli anni Settanta, [Kubrick] sognava di trovare un attore per Doppio Sogno che avesse la resistenza di un comico, immaginandosi uno Steve Martin o un Woody Allen nel ruolo principale. In un quaderno degli anni Ottanta elencava una serie di possibili protagonisti, tra cui Dustin Hoffman, Warren Beatty, Alan Alda, Albert Brooks, Bill Murray, Tom Hanks e Sam Shepherd.”

Considerando il futuro casting di Tom Cruise, questo elenco è piuttosto sorprendente, soprattutto per il radicale cambiamento di direzione e di tono. 

David Mikics ha inoltre spiegato:

“Quando Kubrick ha finalmente realizzato la sua versione di Eyes Wide Shut, ha scelto un attore senza un minimo di comicità, prendendo Tom Cruise che è molto serio. La comicità sarebbe stata un’arma per l’autodifesa dell’eroe; Kubrick lo rende, alla fine, indifeso”.