In un’intervista a “La Repubblica”, Giulio Scarpati, che ha conosciuto la popolarità grazie al ruolo del dottor Lele Martini in “Un medico in famiglia”, ha raccontato un curioso retroscena sul progetto di una delle serie tv italiane più amate:
“Sono il primo ad autodenunciarmi. Quando mi dissero che ci sarebbe stato Lino Banfi rimasi perplesso. Venivo dal teatro e dal cinema d’autore. Lino era pop, ecco il pregiudizio scemo. Prima c’era un po’ di snobismo. Recitando insieme, sembrava mio padre davvero, era tutto naturale, commovente. C’era verità e si è creato un rapporto bellissimo”.
Il successo della serie aveva travolto un po’ tutto il cast, cosa che continua ancora oggi, come confermato dall’attore:
“Mi fermano sempre: ‘Sono cresciuto con te’. Ero uno di famiglia, mi piace il rapporto d’affetto. Un successo inimmaginabile, difficile fare la spesa, andare a prendere mio figlio a scuola. Le mamme mi mettevano il numero di telefono in tasca”.
L’attore non risparmia critiche al mondo politico attuale, con una particolare stoccata al ministro della Cultura Giuli:
“La malattia di questi anni è il narcisismo, chi ha potere cerca solo uno specchio. Ho nostalgia di una politica che studiava i problemi e cercava di comprendere. Oggi la prima cosa è fare dichiarazioni e dilaga la superficialità”.
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