In una lunga intervista a “Il Giornale”, Irene Pivetti affronta le accuse di evasione fiscale e autoriciclaggio, con una condanna a quattro anni, e un nuovo processo per la compravendita di mascherine:

“So di non avere fatto assolutamente niente di male. Mi hanno distrutto l’immagine, tolto la credibilità che mi ero costruita e annientata economicamente. Sequestrati tutti i conti correnti. Un Pm dispose persino il sequestro di una postepay con dentro un euro e nove centesimi”

Una vita cambiata radicalmente:

“Non mi vergogno a dire chenon avevo i soldi per mangiare. Non sapevo come andare avanti. Ho venduto tutto quello che potevo ai rigattieri, anche i regali di nozze. Durante il periodo del lockdown per Covid erano chiusi e capitava di non riuscire a fare la spesa”. 

Tanto da rivolgersi alla Caritas:

“Non nego di essere andata a ritirare i pacchi con cibo in scatola e lattine alla Caritas di San Vincenzo. Poi ho trovato una cooperativa di ex detenuti, la Mac Servizi, in uno scantinato. Mi sono messa a lavorare per loro. Inizialmente facevo le pulizie, poi mettevo in ordine. Ho iniziato come volontaria, e poi mi hanno riconosciuto uno stipendio di mille euro al mese. Quando l’ho ricevuto non potevo crederci, finalmente avevo i soldi per mangiare”