Ospite di Nunzia De Girolamo a “Ciao Maschio”, Lino Banfi si racconta tra ricordi di guerra, primi Natali difficili e la nascita della sua comicità, l’attore si lascia andare a confessioni intime e mai raccontate prima. Da bambino a Canosa di Puglia, durante gli anni dei bombardamenti, Banfi trovava conforto in un pupazzo che faceva ridere gli altri:

“Io facevo parlare questo pupazzo e li facevo ridere. Mio nonno diceva che così li facevo stare zitti. Io ho sempre fatto ridere, fin da allora. Io ho fatto ridere tutti. Ma a me, chi mi ha fatto ridere?”

Il Natale dei diciotto anni a Napoli rimane impresso nel suo cuore: senza soldi e senza un posto dove dormire, Banfi incontra Ciro, un uomo che lo accoglie nella sua casa. Anni dopo, ormai diventato famoso, Banfi proverà a ritrovarlo per ringraziarlo:

“Volevo fargli un grande regalo. Ma mi dissero che Ciro non era mai esistito. Mi disse: “Lino, Ciro non esiste. Era un angelo che ti ha voluto salvare”.

Il racconto si sposta poi sul lavoro, sul cinema, sui set che hanno segnato un’epoca. Alla domanda sulla trasgressione, Banfi risponde con la sua consueta ironia:

“Sono successe tante cose, ma sempre con il garbo e con la furbizia. Se avessi fatto il folle, qualcuno mi avrebbe detto: ma che sei scemo?”.

Ricorda un episodio vissuto sul set di uno dei suoi primi film, accanto a Edwige Fenech:

“Il regista mi diceva di stringerla un po’ di più per il ciak. Io l’ho fatto con una tenerezza tale che lei mi ha detto: “Ma amore, stiamo girando, è normale””.

Poi, con tono più confidenziale, Banfi fa una confessione che non aveva mai raccontato prima:

“Non ero un santo. Ma se anche solo pensavo a qualche trasgressione, per arrivare fino in fondo dovevo pensare all’intimità che avevo con Lucia”.