La Cina non si fa intenerire dalle morbide guanciotte di Winnie The Pooh e dice no a «Ritorno al Bosco dei 100 Acri», la nuova pellicola che porta sul grande schermo il famoso orsacchiotto e i suoi amici. La domanda è, perché? 

Bisogna sapere che in Cina c’è un bando totale su Winnie The Pooh che proibisce la pubblicazione di libri, film e immagini che lo riguardano. Tale personaggio, nato dalla penna dello scrittore britannico A. A. Milne nel 1926, è sgradito al Paese asiatico fin dal 2017, da quando i dissidenti e gli avversari del regime hanno iniziato ad accostare e paragonare la figura goffa e sgraziata di Winnie al presidente Xi Jinping. Le autorità cinesi hanno dunque da tempo lanciato una campagna repressiva contro le immagini di Winnie the Pooh, utilizzate in particolare sui social media per promuovere il dissenso nei confronti del Partito Comunista e del suo leader. Meme di questo tipo circolavano dal 2013, ma solo l’anno scorso sono diventati un vero problema per la censura cinese, soprattutto in vista della rielezione di Xi avvenuta quest’anno.

Fonte: https://www.hollywoodreporter.com/heat-vision/christopher-robin-refused-china-release-winnie-pooh-crackdown-1131907