Esattamente 30 anni fa usciva il film che avrebbe cambiato per sempre la nostra concezione di “suora”: Sister Act. La pellicola diretta nel 1992 da Emile Ardolino (stesso regista di Dirty Dancing) fu un enorme successo al botteghino con 230 milioni incassati in tutto il mondo e aumentò ancora di più la fama di Whoopi Goldberg, già amatissima dopo Ghost. Nel cast insieme a lei ci sono anche Maggie Smith, Kathy Najimy, Wendy Makkena e Harvey Keitel.

Trama

Deloris Van Cartier è una vulcanica cantante in un casinò di Reno (Nevada), ed è l’amante del boss Vince LaRocca. Una sera assiste casualmente ad un omicidio, e l’assassino è proprio Vince. A quel punto Deloris è costretta a fuggire, minacciata di morte. La polizia, per proteggerla in attesa del processo, nasconde la donna in un austero convento retto da una rigida madre superiora, ma Deloris, insofferente alle regole, rivoluzionerà tutto…

Suore… burlone!

Tra i vari aneddoti raccontati sul film ce n’è uno molto divertente riguardo le riprese effettuate a Reno, città famosa per il suo casinò, similmente a Las Vegas. Tutto l’atto finale del film è infatti ambientato là, con le suore del Santa Caterina che “partono in missione” per andare a salvare Deloris dagli scagnozzi di Vince LaRocca. Le attrici rimasero parecchi giorni in Nevada, dove per divertirsi un po’, gli capitava di rimanere vestite da suore e vagare fuori dal set per fare scherzi nei vari locali dei dintorni, nei bar e negli strip club. Quelle più “scatenate” con gli scherzi furono Kathy Najimy (Suor Maria Patrizia) e Wendy Makkena (Suor Maria Roberta) che hanno raccontato di aver lasciato molta gente a bocca aperta mentre le hanno viste sedute al tavolo del blackjack a fumare, bere e puntare soldi… vestite ovviamente da suore!

Potete ascoltare il loro racconto in questo video (minuto 2:10) girato per la reunion dei 25 anni del film.

Le cause per plagio

Nel 1993, poco dopo l’uscita del film Walt Disney Pictures, Whoopi Goldberg e tutti i coinvolti nel progetto vennero citati in giudizio dall’attrice Donna Douglas per 200 milioni di dollari. La Douglas, nota per la sua partecipazione nella serie televisiva The Beverly Hillbillies, affermò di aver sviluppato un trattamento per una storia molto simile (basata su un libro intitolato A Nun in the Closet) presentandolo alla Disney e alle società di produzione di Bette Midler e Whoopi Goldberg alla fine degli anni ’80. Secondo la Douglas, i produttori di Sister Act avevano usato quella storia come base per il film. Dopo aver rifiutato l’offerta di patteggiamento della Disney di 1 milione di dollari, Douglas e il suo socio persero la causa.

Nel 2011, Disney e Sony Pictures sono state colpite da un’altra causa, questa volta presentata da Delois Blakely, una suora di Harlem che usava la musica come forma di sensibilizzazione per i giovani svantaggiati e il cui operato era stato raccontato in una autobiografia del 1987. Blakely ha chiesto 1 miliardo di dollari di danni, sostenendo che i produttori avevano usato la sua storia  come base per il film. Anche questa causa venne respinta dalla Corte Suprema dello Stato di New York nel 2013.