Totò Cascio, l’indimenticabile bambino protagonista di “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, ha svelato il perché ha smesso di fare cinema nonostante avesse una carriera promettente iniziata all’età di otto anni:

“A otto anni mi hanno diagnosticato la retinite pigmentosa. Sono stati anni difficili, ma ora sono riuscito a riprendere in mano la mia vita grazie in primis alla fede. Ho avuto tante interviste, ma ho tenuto nascosto il perché avessi smesso. Non volevo essere compatito. Ho vissuto la malattia come una vergogna, avevo paura del giudizio e del pregiudizio, non volevo integrarmi”.

L’attore, oggi 42enne, ha raccontato che questo problema genetico ha interessato anche il fratello:

“Anche mio fratello più grande Carmelo ne soffre, l’abbiamo scoperto insieme. Dovevamo trasferirci a Roma, ma mio padre non se la è sentita e siamo rimasti a Palermo, dove ha aperto due supermercati. Il cuore e il dolore ci uniscono ancora di più. Con i miei fratelli ho condiviso la gioia, la mia ripartenza, ma anche il dolore. Certo che fu drammatico, un bambino non riesce a metabolizzare questo problema, è troppo piccolo”.

Tanti i ricordi che Totò condivide sull’esperienza del film e sull’incontro con Tornatore:

“Mi hanno scelto casualmente, dopo un paio di provini. Io ero il bambino fortunato, a mio avviso era un segno divino. Tornatore si era innamorato subito di me, mi aveva dato fiducia affidandomi un ruolo fondamentale. Sul set giocavo, era qualcosa di nuovo. Mi sono integrato bene con tutta la troupe e il cast. Tornatore mi ha insegnato cosa è la disciplina, lo porto nel cuore con tanto affetto”.