Elisabetta Gregoraci, 45 anni, si è raccontata in una nuova intervista al Corriere dove ha parlato della sua storia con Flavio Briatore, terminata nel 2017. I due hanno un figlio, Nathan Falco, nato il 18 marzo 2010.
Con il suo ex Flavio Briatore siete in ottimi rapporti.
«Ci vuole un grande lavoro. Non è che ti lasci ed è subito tutto perfetto. Ci siamo impegnati e abbiamo trovato un equilibrio, mettendo al primo posto nostro figlio. Molti ragazzi vengono utilizzati per scontrarsi, noi non lo abbiamo fatto. A volte discutiamo, è normale, però abbiamo fatto un ottimo lavoro».
«Flavio è famiglia».
«È così. Ci vogliamo molto bene. Quando è stato male e l’hanno operato ho passato dieci giorni accanto a lui in ospedale, senza mollarlo un attimo, non è scontato».
Molti vi vorrebbero ancora in coppia.
«Io e Flavio siamo come Al Bano e Romina, ci vogliono vedere sempre insieme a tutti i costi. L’altro giorno una signora mi ha fermato per strada: “Ma Flavio dov’è?”. Mi fa ridere questa cosa».
Non accadrà?
«Stiamo bene così, siamo affiatati e ci punzecchiamo di continuo, dovremmo fare un format tv tipo Casa Vianello».
Quando stavate insieme la gente vi diceva cattiverie.
«Me le dicono ancora. Se vado in un posto: “Ah, gliel’ha pagato Briatore il biglietto”. Come se vivessi a carico suo. Ma io lavoro, non mi sono mai fermata. La gente parla, però le chiacchiere stanno a zero. Conviene andare oltre, sennò ti ammali».
Non credono che lei l’abbia sposato per amore.
«Parlano della differenza d’età, dei soldi, tutte cavolate. Se non fossi stata innamorata di Flavio non ci sarei rimasta 13 anni. Tredici anni, mica sei mesi. E non gli starei accanto ancora oggi».
Una volta gli controllò il cellulare.
«Di notte, mentre Flavio dormiva, ho preso il suo dito e l’ho usato per sbloccare i messaggi. Sul momento mi sono pure un po’ vergognata, dopo mi ha fatto ridere».
Nathan Falco ha 15 anni.
«E un percorso di crescita molto diverso da quello che ho avuto io. Tra i due genitori sono quella severa, quella dei no. Oggi magari gli danno fastidio, un giorno li apprezzerà. Già parte da una base fortunata, gli insegno il valore delle cose, riceve una paghetta mensile e deve saperla gestire, capire che niente è dovuto e non tutti hanno le sue possibilità».
Non verrà su viziato?
«Nooo, io detesto i figli di papà, lui è molto educato. In Kenya abbiamo casa, l’ho portato a fare un giro degli orfanotrofi, dove i bambini hanno un giocattolo in quindici, ci tengo a fargli capire che è un privilegiato».
Cuore di mamma.
«Quando mi dice che mi ama mi sciolgo. Ora meno, però mi manda cuoricini rossi, è tanta roba. Io gli scrivo lettere, voglio che gli restino dei ricordi. Mia madre teneva degli album, con fotografie e annotazioni, ora che non c’è più mi danno conforto».
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