Protagonista della nuova puntata del podcast One More Time, Achille Costacurta, il figlio di Billy Costacurta e Martina Colombari racconta la sua adolescenza segnata da detenzione, TSO, rabbia, abuso di sostanze e la diagnosi tardiva di ADHD:

“A scuola non riuscivo a stare fermo, i professori non capivano, e nessuno mi aveva diagnosticato l’ADHD. L’ho scoperto solo l’anno scorso in Svizzera”.

Il percorso di Achille è stato segnato dall’uso precoce di sostanze:

“Ho iniziato a fumare a 13 anni, a 18 ho provato la mescalina. Una volta ho avuto una colluttazione con la polizia. Ero sotto effetto e ho fatto il matto su un taxi. Il poliziotto arriva, mi tira un pugno in faccia, io ero allucinato quindi l’ho spaccato di legnate. Lì dopo poco mi fanno il primo TSO, me ne hanno fatti 7. Il problema era che, quando me l’hanno fatto a Padova, perfetti, gentilissimi, a Milano mi hanno legato al letto per tre giorni perché gli ho dato un colpo sulla spalla. Urlavo che mi serviva il pappagallo, io ero legato, mani e piedi, tutto, e mi dovevo fare la pipì addosso”.

Uno dei momenti più drammatici è avvenuto a 15 anni e mezzo, quando Achille era in comunità terapeutica:

“Mi hanno arrestato a 15 anni e mezzo. Quindi faccio il mio primo compleanno dei 16 anni lì, centro penale comunità terapeutica. Non ce la facevo più, aspetto la notte quando c’è un solo operatore ed entro in ufficio, lo distraggo e prendo le chiavi dell’infermeria. Lo chiudo dentro l’ufficio, lui con le sue chiavi riesce a uscire. Io però nel frattempo ero già in infermeria e prendo tutto il metadone che c’era, sette boccettine, mi chiudo in bagno e le bevo tutte, volevo suicidarmi. Nessun medico ha saputo dirmi come io sia ancora vivo. La gente muore con un grammo”

Un episodio che ha segnato profondamente lui e la sua famiglia:

“Mia madre ha pianto tanto. Mio papà l’unica volta che gli ho visto scendere una lacrima è stato quando mi hanno proprio portato via. Quando mi avevano fatto il depot, io tutti i giorni chiedevo di andare a fare l’eutanasia perché non avevo più emozioni e volevo morire. E lì l’ho visto piangere”