Intervistato da “Fanpage.it”, Teo Teocoli non fa sconti a nessuno, non ne ha mai fatti, a partire dal settore che lo ha reso popolare, la tv:
“Sembra tornata indietro di 50 anni, bravi come me non ce ne sono. Noi ci rifacevamo a quelli venuti prima come i Sordi, i Tognazzi, i Gassman, i Manfredi. Noi eravamo un po’ più disinibiti rispetto ai nostri predecessori, mentre oggi compongono dei cast con personaggi che già lavorano fuori, come a Zelig o in situazioni simili, ma portano quello che già fanno altrove. C’è La Ruota della fortuna di Gerry Scotti, che straccia tutti negli ascolti ma sinceramente in passato c’erano trasmissioni migliori. Oppure il tavolo di Fabio Fazio sul Nove, che non ha un perché. Loro si divertono e di conseguenza la gente si diverte. Ma ormai ci si abitua a tutto, anche al cazzeggio simpatico. Sai cosa manca? Claudio Cecchetto quando scopriva nuovi talenti, dalla radio alla Tv”.
Dichiara, inoltre, di non aver eredi:
“Devo dire che bravi come me non ce ne sono! Scusi, ma io dico la verità. Ho fatto di tutto, bene o male, ma quando vado in scena non ce n’è per nessuno. E non ricordo più quanti altri artisti ho portato al successo. Quello che ci ha guadagnato più di tutti è stato Massimo Boldi: a furia di dargli delle sberle in tv è diventato famoso. Checco Zalone ha fatto un personaggio che si usava molto negli anni ‘60. Appena qualcuno la faceva fuori dal vaso, tra prese in giro e cazzeggi, faceva discutere. Lui fa l’emergente facendo finta di non avere qualità. In questo Alberto Sordi era un maestro. Pensiamo solo al vigile di Sordi, che fa ridere ancora oggi”.
C’è spazio, poi, per un progetto inatteso, con Adriano Celentano:
“Mi ha parlato di una mezza idea, che è proprio mezza per ora, di fare qualcosa insieme. Mi ha detto: “Se facciamo qualcosa tu ci stai?”. E gli ho risposto: “Io ci sto”. Non voglio neanche sapere che cosa. Insieme ci divertiamo, anche se siamo vecchietti tutti e due. Però quante risate con Adriano, stavamo insieme tutte le sere a cantare e raccontare le storie nella sua casa in periferia a Milano. Quando usciva un suo disco nuovo, lo metteva sul giradischi con il volume al massimo e apriva tutte le finestre”.
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