Anche a distanza di 20 anni, Vanilla Sky rimane ancora un film altamente enigmatico e criptico, particolarmente apprezzato da pochi e non propriamente amato da tanti.

Il thriller fantascientifico diretto da Cameron Crowe, remake del film spagnolo del 1997, Abre Los Ojos di Alejandro Amenábar, è stato chiamato con un sacco di appellativi, da ‘guazzabuglio incoerente’ e ‘tremendamente vivido’, a “caos cinematografico autodistruttivo” e “scrupolosamente morale”. Una cosa è certa però: ha davvero un bel cast. Tom Cruise, Penelope Cruz e Cameron Diaz sono le figure centrali della storia, accompagnati da personaggi secondari interpretati da Kurt Russell, Jason Lee, Noah Taylor, Timothy Spall, Tilda Swinton e Michael Shannon.

Trama

Protagonista del film è David Aames (Tom Cruise), affascinante ereditiere che, innamoratosi della bellissima Sofia Serrano (Penelope Cruz), suscita la gelosia della sua amante, Julie Gianni (Cameron Diaz). La donna, infatti, per vendicarsi decide di suicidarsi gettandosi da un ponte con l’auto dove sta viaggiando insieme a David. Dopo lunghi mesi di coma, David si risveglia con il volto completamente sfigurato. In seguito a delle terribili visioni, David capisce che l’artefice di tutti suoi problemi potrebbe non essere l’incidente o le cure troppo invasive. In compagnia del dottor Curtis (Kurt Russell), David si reca nell’unico luogo che gli permetterà di riceve le agognate risposte, ormai al limite della pura follia.

Il film si sposta bruscamente da una narrazione relativamente semplice in una labirintica meditazione sulla solitudine, l’alienazione, la perdita di identità e la natura della realtà stessa.

La scena di Times Square

Ottenere il permesso di girare in una Times Square del tutto vuota non è cosa da tutti i giorni. Ma se c’è Tom Cruise a fare da garante, è tutta un’altra cosa. Tra le scene più memorabili di Vanilla Sky c’è infatti quella iniziale, durante la quale David (che in realtà sta sognando) prende la propria Ferrari e si dirige verso Times Square, trovandola vuota. Il regista Cameron Crowe ha raccontato, in una recente intervista a Vulture, come sono riusciti ad avere l’ok dall’allora sindaco Rudy Giuliani. 

“Volevamo farlo a tutti costi. Mentre preparavamo il film, i nostri produttori Don Lee e Paula Wagner insieme a Tom Cruise sono andati a trovare Rudy Giuliani, allora sindaco di New York, per vedere se potevamo farlo. Tornarono piuttosto contenti dal colloquio. Mi riferirono che il sindaco aveva accetto, ma ad una condizione: avrei dovuto fare pochi ciak. Praticamente gli era arrivata voce che ero un regista che era solito farne tanti. Quindi dovevamo avere un piano ben definito, e noi l’avevamo.

Avevamo allestito un’inquadratura con la gru che avrebbe messo Tom Cruise al centro di Times Square. L’abbiamo provata ogni sera, per settimane, finché non è arrivato il giorno. Avevamo la piazza vuota a disposizione per tre ore, era domenica mattina. Siamo arrivati lì, era ancora buio. Tutti erano adrenalinici a un livello pazzesco. E io dicevo: “Ok, siete pronti, perché abbiamo solo questo tempo, e dobbiamo farcela!” Lo scenario era incredibile. Cominciamo a registrare, e facciamo tutto alla grande. Ad un certo punto Tom ci dice “Mi metto a correre avanti e indietro, fate tutte le riprese con la corsa”. È stato bellissimo. Abbiamo finito tutto in tempo, anche se vi assicuro che appena 15 secondi dopo tutto il traffico e la gente tornò a riempire la piazza. È stato stupefacente. Era come se quello che avevamo fatto non fosse mai successo. Ci siamo tutti sparpagliati, ricordo che ho preso un taxi e l’autista mi ha detto: “Sai, hanno svuotato Times Square per Tom Cruise”. E io: “Davvero?” E lui: “C’è solo un’altra persona per cui lo farebbero. Billy Joel!” Così ho sempre pensato che se mai incontrassi Billy Joel, gli direi: “Puoi avere Times Square se la vuoi”.

Alla fine siamo stati l’unico film al quale hanno dato il permesso per fare una cosa del genere quell’anno. Ed è stato merito di Tom. Se ci fossi andato io, mi avrebbero detto di no. Lui è un tipo estremamente responsabile, carismatico e convincente. Mi immagino che li abbia guardati negli occhi e abbia detto: “Ragazzi, lo faremo, e per voi sarà fantastico”.

Il “cameo” di Katie Holmes

La scena di Times Square è piena di messaggi subliminali e apparizioni veloci, mostrate in tagli brevi e fotogrammi. Tra i tanti appaiono una foto del padre di David, una foto di Courtney Love e una cosa che a pensarci adesso suona molto profetica: sulla copertina della rivista ereditata dal padre, Rise, c’è niente popodimeno che Katie Holmes, futura moglie di Cruise (i due anno avuto una figlia, Suri, nel 2006). Ma all’epoca nessuno sapeva nemmeno chi fosse e la sua presenza è una pura coincidenza.