Il film

Tolo Tolo è un film del 2020, scritto, diretto e interpretato da Checco Zalone e prodotto da Pietro Valsecchi. Quinto film interpretato dal comico pugliese e prima sua esperienza come regista, si colloca al 27º posto nella lista dei film con maggiori incassi del 2020 a livello mondiale.

La trama

Pierfrancesco Zalone, detto Checco, è un giovane disoccupato pugliese che, non volendo ricevere il reddito di cittadinanza, decide di crearsi un lavoro tentando di introdurre la cultura del sushi nella sua terra d’origine, Spinazzola, luogo in cui la gastronomia è dominata da piatti a base di carne, in cui apre un improbabile ristorante giapponese chiamato Murgia & Sushi. Il progetto si risolve nel più completo fallimento, in quanto ad appena un mese dall’apertura Checco viene travolto dai debiti, con il fisco che gli pignora il locale e lo costringe alla chiusura; per sfuggire ai creditori, il protagonista scappa in Africa, dove trova lavoro come cameriere in un lussuoso villaggio turistico del Kenya. Qui conosce Oumar, anch’egli cameriere, appassionato della cultura italiana (in particolare dei film di Pier Paolo Pasolini) e molto più acculturato e intelligente del protagonista. Checco si innamora inoltre della giovane e bella Idjaba e fa amicizia con Doudou, un ragazzino descritto da Idjaba come suo figlio.

Nel Paese scoppia improvvisamente una guerra civile e dei terroristi attaccano e distruggono il villaggio turistico. Checco sembra però totalmente inconsapevole della drammatica situazione in cui si trova e si preoccupa solo di cosmetici, dei suoi abiti firmati e delle telefonate delle sue due ex mogli (a suo parere perfino peggiori dei terroristi), arrabbiate con lui per averle abbandonate ai suoi creditori.

Checco e Oumar si rifugiano nel villaggio natale di quest’ultimo, ma anch’esso viene attaccato, portando Oumar a decidere di emigrare verso l’Europa. Checco sceglie di accompagnare Oumar, Idjaba, Doudou e altri migranti nel loro viaggio, tornando in Europa clandestinamente (infatti getta via i suoi documenti) e pianificando di rifugiarsi a casa di un cugino nel paradiso fiscale del Liechtenstein. Contemporaneamente, i familiari di Checco sperano che non torni in Italia e che anzi muoia negli attentati, così da ricevere un risarcimento e annullare i suoi debiti.

Dopo aver involontariamente ostacolato il viaggio dei migranti in svariate occasioni (ad esempio facendo scoprire alle autorità che sono sprovvisti di documenti), Checco comincia a sentirsi uno di loro e vende i suoi vestiti per raccogliere una piccola parte della grande somma di denaro necessaria per il viaggio…

Il commento di Zalone

Ad Hotcorn.com Checco Zalone parlò così del film, commentando le polemiche e molto altro:

Il trailer non centra nulla con il film. Ci aspettavamo di destare polemica ma non di finire sulle prime pagine dei giornali o di diventare argomento di dibattito nei talk show. Francamente dopo tre giorni mi aveva già stancato e non ho più seguito. Con i social ogni commento è come avere un megafono. Magari le critiche arrivano da un esiguo numero di persone e i giornalisti ci creano la polemica attorno. Mi rendo conto che dal punto di vista della comunicazione sia più interessante. Ovviamente non ne ho sofferto e mi ha anche divertito. E poi, cinicamente, è stato anche un bel vantaggio pubblicitario. Il protagonista è incapace di guardare oltre i suoi piccoli problemi. Gli esplode una bomba accanto e lui pensa solo alle sue cose, tra ex mogli e tasse. Una scena grottesca che racconta quello che siamo noi oggi. Non lo dico alzando il ditino moralizzante. L’egoismo è congenito nell’uomo, purtroppo. Parlare d’immigrazione è un tema scottante. Non si può dire sono a favore o contro, è un tema troppo complesso.  Forse essere scottante vuol dire non essere banale e non fare la solita storia sulla coppia, la famiglia”. Toccando il tema della politica l’artista ha anche chiarito che “tentano di incasellarmi di destra, di sinistra, ma non lo so neanche io. Non si può avere una visione a senso unico“.

Il film poi è stato scritto insieme a Paolo Virzì. Zalone ha raccontato di aver incontrato il regista “che aveva la storia” e di aver poi fatto “una cosa azzardata, me la sono cucita addosso e ho voluto fare la regia”. Il nuovo incarico, però, è stato vissuto tra momenti belli e tante difficoltà. “Non dormivo la notte. La mia compagna ne sa qualcosa, facevo telefonate nel cuore della notte”. Inoltre l’artista pugliese ha rivelato di non aver mai voluto Virzì sul set “perché mi vergognavo di farmi vedere alla regia da lui”.