In un’intervista pubblicata dai ragazzi di “Tintoria Podcast”, Pietro Sermonti ha ripercorso gli anni in cui per tutta Italia, è stato Guido Zanin, il giovane medico, amatissimo, di “Un Medico in Famiglia”:

“Scarpati non ce la faceva più, aveva fatto due serie di cui la prima, credo avessero girato un anno e mezzo di seguito, giravano tipo 14 ore. Inizialmente l’idea è che fosse una serie pomeridiana, poi ebbe un grandissimo successo. Quelli della Rai mi chiamarono e dissero: ‘il tuo personaggio è simpatico. Per loro essere simpatici significava fare tantissimi giri di parole. Guido seduce e parla con molti giochi di parole, io non ne ero capace, ma gli autori mi hanno dato fiducia”.

L’attore era amatissimo, soprattutto dalle ragazze più giovani che lo fermavano dappertutto chiedendo un autografo:

“Ricevevo tantissime lettere, io volevo combattere il sistema da dentro e tutti quelli che mi fermano sugli autogrill, anche, io dicevo che il Medico era brutto. Io facevo l’autografo ma me lo facevo fare anche da loro. Ero davvero stupido. Merito del mio personaggio se molte ragazze, all’epoca 12enni, si sono iscritte alla facoltà di medicina”.

L’attore ammette di aver capito successivamente il valore del progetto, nonostante non fosse il suo genere:

“Non era il mio genere. Io volevo fare il cinema d’autore, ero snob, non avevo la televisione, non mi interessava, anche la fotografia non mi piaceva. Come palestra attoriale però è stato forte, c’ha lavorato molta gente. E sono ancora molto amico di molti nonostante il Medico in famiglia. Io feci una cosa terribile, avevo firmato per due serie, visto che ero sconosciuto, dopodiché sei libero. Dopo la prima io già volevo lasciare. La morte di Guido? Sono stato io a chiederla. Doveva sparire nel nulla, lontano”.