Intervistato dal Corriere, Achille Costacurta, figlio di Billy Costacurta e Martina Colombari, racconta i 7 tso e il tentativo di suicidio, poi la rinascita e i progetti per il futuro. È sempre stato un bambino difficile, Achille. Ricorda di un viaggio in macchina con papà Billy:
“Ho iniziato a giocare con le macchinine sul cruscotto dell’auto. Gli chiedevo di correre, di non rispettare precedenze e semafori. Poi mi sono aggrappato al finestrino, urlando. Lui è stato costretto a fermarsi. Sono salito in piedi sul cofano”
Il rapporto coi compagni era difficile:
“Mi annoiavo e volevo attirare l’attenzione. Molti si avvicinavano a me perché figlio di genitori famosi. Da piccolo poteva essere stimolante, col tempo è diventato pesante. E meno male che non ho fatto il calciatore altrimenti il paragone sarebbe stato ancora più schiacciante”
Ha visto piangere Billy poche volte, Achille, invece mamma Martina molto di più:
“Non sarebbe andata a Ballando fino a qualche tempo fa. Ci sta invece, anche su suggerimento di papà. Le dice che deve pensare più a sé e non a me, sempre”
A maggio 2024, in Svizzera, gli è stato diagnosticato l’Adhd, disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Da lì è partito il suo percorso di rinascita, e ha capito come affrontare i suoi demoni interiori:
“Fumo ancora sigarette e dovrò smettere prima o poi. Il percorso finisce quando finisce il tempo, quando muori”
Commenti recenti