Al Bano dalle pagine del Corriere dice la sua sulla protesta degli agricoltori. Il cantante possiede un’azienda agricola: figlio di contadino e proprietario di un’azienda agricola «poco più di 150 metri», divisi tra ulivi e vigneti. Ecco un estratto:

Magari a loro poi dirà ciò che pensa della protesta degli agricoltori sempre più estesa, Belgio, Francia, Italia…

«Se ne avrò la possibilità, senza dubbio. Anche perché la considero sacrosanta. Io sono un contadino dentro. Detto che mi auguro che questa rabbia non tracimi alla francese, come accadde con i “gilet gialli”, spero che la Ue e l’Italia aprano gli occhi su una realtà che è drammatica».

Cosa chiederebbe alla Ue?

«Io? Niente. Ma vorrei che quelli che legiferano senza sapere niente di agricoltura, che decidono stando al chiuso dei loro uffici, venissero a lavorare da me per qualche tempo, non dico un anno, basterebbero un paio di mesi».

Quale sarebbe il bilancio che potrebbero trarre dallo «stage» all’azienda Carrisi?

«Comprenderebbero che quello del contadino è un mestiere durissimo, ci si sveglia alle quattro di notte e si va nei campi con qualunque condizione meteo: freddo, caldo africano, pioggia. Niente orari, si finisce quando si deve finire e poi magari arriva una grandinata che manda all’aria il raccolto…».

Parteciperà alle prossime proteste?

«Se sarò libero, forse sarò a Roma la prossima settimana. Con il trattore».

fonte CORRIERE