Alberto Tomba compie oggi 56 anni. Ecco un estratto di una sua recente intervista a GQ dove ripercorre la sua carriera:

Alberto, è difficile riassumere la vita di un grande campione. Ma il suo momento di gloria per eccellenza? Quello che per sempre ricorderà?

«L’urlo di gioia lanciato nel 1996 quando ho tagliato il traguardo ai Mondiali di sci in Sierra Nevada (Tomba vinse il titolo nel gigante, dopo essersi salvato da un errore clamoroso nella prima manche, e si aggiudicò anche lo slalom ndr). Tutte le mie vittorie, dalla A alla Z, sono state per me grandi perché conquistate nell’arco di 12 anni. Vincere all’inizio era facile, perché tutto mi veniva come un gioco: è stata più dura continuare ad avere successo per un periodo di tempo così lungo. Confermarmi campione anche nel ‘92, ’94, ‘95 e ’96 è stata una soddisfazione impagabile, peccato poi per le Olimpiadi in Giappone, ma come ho sempre detto: per le competizioni invernali il terreno di gara migliore si ha sulle Alpi. Al limite può andar bene la Scandinavia, ma le piste e i pendii che ci sono da noi non ci sono da nessun’altra parte.».

Alberto, che se non vinco non mi diverto…

«Era un gioco: mi divertivo a fare le rime con i nomi, con i numeri e con le gare. Forse è per questo che piacevo tanto quando vincevo, per il mio modo di celebrare i successi. Quando perdevo invece mi caricavo per essere in grado di tornare più forte: questo piaceva ai tifosi. Ero diverso da tutti gli altri: estroverso, diretto, non mi nascondevo mai e per questo ho attirato intorno alla mia figura una sorta di amore e odio. Però quelli che mi amavano all’epoca lo fanno ancora oggi, a 23 anni dal ritiro e un grande marchio come Ciesse Piumini ha pensato che fosse un plus avermi come ambassador: anche questa è una grande vittoria.».

FONTE GQ