Alfonso Signorini è stato tra i primi ospiti del nuovo podcast di Giulia Salemi, Non lo faccio per moda. Il conduttore si è raccontato parlando della sua infanzia, segnata da una particolare solitudine.

“Ero un bambino molto solo che non aveva tanti amici. Ero molto deriso perché mi piaceva giocare con le bambine, non andavo in bici e in motorino, giocavo all’elastico, a palla prigioniera e non a calcio. Mia mamma mi chiamava dal balcone e diceva “Alfiii”, e mi buttava la merenda, e i ragazzi, per prendermi in giro, dicevano “Alfiiii”, e quell’Alfi mi è rimasto dentro e torna negli incubi notturni, si vede che ha lasciato una ferita”.

Vittima di bullismo, trovò nello studio la sua rivincita:

“Sono stato un bambino solo, bullizzato. Diciamo che me la cercavo anche, ero anche un bambino molto stron*o. Essendo isolato cercavo di riscattarmi nello studio, studiavo come un pazzo e, mentre sfrecciavano i motorini sotto la mia finestra, dicevo ‘Domani mi prendo la mia rivincita’”.

A scuola suggeriva le risposte sbagliate ai suoi compagni di classe che poi si vendicavano:

“Suggerivo sbagliato, per forza venivo bullizzato: pensavano di aver preso 8 perché hanno copiato da Signorini e poi si trovavano con il 2 e il 3 e mi aspettavano fuori dalla scuola con il palloncino, ci sputavano dentro e poi con lo spillo “stank!”. Mi hanno picchiato, piangevo come un pazzo, ricordo le volte in cui sono andato a casa e dicevo alla mamma che ero caduto, perché avevo paura, ero terrorizzato che facessero ancora più branco. Mi tenevo tutto dentro, avevo paura anche di andare in bici e incontrare il gruppetto perché mi avrebbero massacrato”.