Amedeo Minghi è stato intervistato sul Corriere.it in cui ha avuto modo di raccontare alcuni aneddoti sul suo passato e anche i suoi progetti futuri. Una delle sue canzoni più famose è Vattene Amore in coppia con Mietta presentata al Festival di Sanremo 1990 dove si classificò al terzo posto.

La canzone, uno dei brani più conosciuti in assoluto della musica italiana, ottenne immediatamente un buon riscontro, arrivando terza al Festival. In realtà i risultati del successo del brano si videro soprattutto in termini di vendite e di impatto mediatico. Il brano entrò nella top 20 dei singoli più venduti il 10 marzo 1990, direttamente al quarto posto, ma balzò alla prima posizione la settimana seguente, scavalcando Uomini soli dei Pooh, brano vincitore a Sanremo

Ecco cosa ha detto Amedeo Minghi a riguardo:

È vero che il «trottolino amoroso» viene dalle Nozze di Figaro di Mozart e il «gattino annaffiato» dalla pubblicità della Barilla?

«È una canzone piena di riferimenti e allusioni, ma come tutti i successi viene strappata agli autori e diventa del pubblico. Dentro c’è il “farfallone amoroso” mozartiano come riferimenti a pubblicità smielate dell’epoca».

Le piace la nuova generazioni di cantautori emersa con lo streaming?

«Gli arrangiamenti sono il loro punto di forza. Un tempo si partiva al pianoforte o alla chitarra e si facevano sentire melodie; dovevamo essere riconoscibili con la nostra voce. Oggi i cantautori nascono in un mondo fatto di immagini e pertanto hanno un approccio diverso. Ad esempio i testi hanno bisogno di più parole e spesso sono molto più colti e profondi di ciò che la mia generazione produceva».

«1950» raccontava l’Italia del Dopoguerra. C’è bisogno di una Serenella per il post-pandemia?

«Serenella è ancora oggi una ragazza modernissima: ha gli occhi spalancati verso il futuro. Ci racconterà ancora molto».