Cesare Proietti, direttore di un albergo di lusso, viene licenziato in tronco da Antonella, figlia del proprietario Massimo Colombo. Colombo è un ricco strampalato che ha perso ogni controllo e passa il tempo a cacciare gonnelle. La sua compulsione a mettere le mani addosso alle badanti fa sì che loro abbandonino regolarmente l’incarico e dà a Cesare l’idea giusta: travestirsi da donna e proporsi a Massimo come Lisa, “dama di compagnia”, a fronte di un lauto compenso. Appena vede Lisa, sessantenne dai capelli candidi, Massimo perde la testa, come Osgood per Daphne in A qualcuno piace caldo. A chiudere il cerchio sono la moglie di Cesare, Carla e il figlio Matteo, aspirante rapper e omosessuale nascosto. 13 anni, tanto è durata la “separazione” artistica che ha visto dividersi le strade di Massimo Boldi e Christian De Sica.

 

Nonostante i due parlino di semplici casi del destino ci è voluto Amici come prima, un progetto nato come film drammatico, trasformato poi in una semi-parodia a cavallo tra Quasi amici, Mrs. Doubtfire e Tootsie, per riportare sullo stesso set e nella medesima inquadratura i due volti simbolo del cinepanettone Italico.

La cosa più sconvolgente di questo cinepanettone è che non è un cinepanettone. Prima cosa: nel film nessuno va in vacanza. Seconda cosa: la trivialità è sporadica ed è più un omaggio al passato che una scelta artistica. Terza cosa: la storia non agevola situazioni comiche usa e getta, ma ha premessa, sviluppo ed epilogo. Quarta cosa: il Natale non c’è. La presenza dei due protagonisti è l’unico ingrediente rimasto. De sica mantiene intatta la specialità nel passare dal gentleman a cafone in uno schiocco di dita.  Boldi non ha più l’agilità di un tempo e, anche qui con consapevolezza, la storia lo mette su una sedie a rotelle. Fondamentale è inoltre la regia di cui se né occupato (senza firmare) Brando De Sica. Grazie al suo contributo e quello di una troupe giovane, il film ne guadagna grazie a delle inquadrature inusuali, droni e trovate registiche particolari. 

Amici come prima finisce quindi per essere una gradevole commedia, a tratti forse malinconica, in cui Boldi e De Sica funzionano a meraviglia. Molti sono i riferimenti ai vecchi film, celati in frasi, gesti e situazioni, creando cosi un effetto revival ma senza piangersi troppo addosso. In conclusione, questo ritorno al cinema della coppia più amata-odiata della commedia Italiana, sorprende sia nella forma che nella sostanza, con una comicità che fa sorridere e a pochissimi tratti ridere. Condito con citazioni e una regia giovane ed inusuale, il film si concluderà con un colpo inaspettato che alza indubbiamente la media complessiva del film anche solo per averci pensato.