In una intervista al “Corriere”, Anna Galiena racconta della volontà prima e poi della scelta di fare l’attrice:

“Sarei stata tranquilla se avessi intrapreso la strada scelta per me da mio padre. A 4 anni salii sul palco per la prima volta, una parrucca castana copriva i miei riccioli biondi. Interpretavo la Madonna nell’asilo delle suore spagnole. A 8 anni, la Rai passò nella mia scuola per il casting di uno sceneggiato, mi ritrovai in un ruolo maschile, il principe Olaf di Danimarca, era una favola. Poi studiavo danza alla scuola dell’Opera di Roma. Papà non si rese conto che, per me, era l’inizio di una grande cosa”.

Galiena viaggia e non abbandona affatto la via per diventare attrice, anzi arriva all’Actors Studio:

“In tanti dicono d’averlo frequentato. Io sono l’unico membro a vita italiana, insieme con Francesca De Sapio. Ricordo Robert De Niro che faceva il piacione, Al Pacino, muto e riservato, Dustin Hoffman aveva girato Alfredo Alfredo di Germi e voleva parlare solo dell’Italia. Poi altri giganti, Arthur Penn, Rod Steiger, Elia Kazan, severissimo, se nella sessione non eravamo puntuali chiudeva il teatro a chiave, era fissato che dovevamo sentire lo spazio nel corpo, così ci diceva di camminare all’indietro, arrivati alla sedia dovevamo sederci. Tutti col sedere per terra”.

E alla domanda sul perché a un certo punto si sia tolta 5 anni risponde:

“Mi fu suggerito di dirlo. Tutti dicevano che dopo i 40 per una attrice era difficile trovare lavoro. E io il successo l’ho raggiunto proprio a 40 anni. Ne faccio 76 a fine dicembre. E non ho mai lavorato tanto”.