Nel 1998, a distanza di sei anni dal precedente film, arrivò al cinema Arma letale 4, ultimo (ancora per poco) capitolo della fortunatissima saga diretta da Richard Donner con protagonisti Mel Gibson e Danny Glover. Anche questo capitolo andò molto bene al box office mondiale, arrivando ad incassare circa 285 milioni di dollari (la seconda più alta della saga dopo Arma Letale 3). Insieme ai due immancabili Martin e Roger, in Arma Letale 4 tornano anche Lorna (Rene Russo) e Leo (Joe Pesci), personaggi già conosciuti nei precedenti capitoli, mentre tra le new entry citiamo Chris Rock e Jet Li.

Trama

Da ormai dieci anni Martin Riggs e Roger Murtaugh formano un’affiatata coppia di partner nella sezione omicidi della polizia di Los Angeles. Ora il primo è in attesa di diventare padre insieme alla compagna Lorna, mentre il secondo sarà presto nonno. Una sera per caso i due si imbattono in una nave che trasporta clandestini cinesi e cominciano a indagare su quanto appena assistito. Il caso li porterà a scoprire un traffico legato all’immigrazione illegale, legato al mondo delle triadi e al pericoloso Wah Sing Ku, esperto combattente di arti marziali.

La scena al cimitero che fece piangere Joe Pesci

Rispetto al secondo e al terzo capitolo, il personaggio di Leo Getz ha meno visibilità ma resta comunque ricordato soprattutto per una scena, quella girata insieme a Mel Gibson al cimitero, verso la fine del film. In quella scena, Leo si apre con Martin, dicendogli quanto sia felice di aver trovato due amici come lui e Roger e gli racconta una commovente storia sul suo ranocchio, il suo migliore amico quand’era piccolo. La commozione di Joe Pesci è reale, come raccontò lui in una vecchia intervista per la promozione del film:

Ho conosciuto diverse persone simili a Leo, persone che inizialmente ti sembrano dei gran rompiscatole, ma poi quando le conosci meglio scopri altri lati del loro carattere e magari ti senti in colpa per averle trattati male. Come accade nella scena del cimitero, dove capiamo che Leo è solo in cerca di amici e di una famiglia, perché vuole appartenere a qualcuno.

La prima volta che girai la scena al cimitero mi misi a piangere, mi sentivo dispiaciuto per Leo. La dovemmo girare più volte, senza che mi mettessi a piangere. La scena era scritta diversamente, ci ho messo mano io cambiando qualcosina.