Secondo uno studio pubblicato nel numero di dicembre del “Clinical Kidney Journal” la morte di Bruce Lee non sarebbe più un mistero. Come successo con altre leggende del cinema come Marilyn Monroe o James Dean, la morte di Bruce Lee nel 1973 a soli 32 anni è stata accompagnata da voci e leggende metropolitane, ma ora una vera e propria inchiesta avrebbe aperto nuove porte: secondo questo studio Lee sarebbe stato ucciso da una “forma specifica di disfunzione renale, ossia l’incapacità di espellere abbastanza acqua dal corpo”.

Secondo analisi forensi e vari referti medici, il protagonista di I 3 dell’Operazione Drago morì di iponatriemia, cioè aveva livelli troppo bassi di sodio nel sangue perché, essendo dipendente dalla marijuana, questa gli faceva bere eccessivamente e quindi i reni non funzionavano correttamente. Quella mancanza di espulsione di acqua ha portato a uno squilibrio in cui le cellule del suo corpo si sono gonfiate, comprese quelle del cervello. “Il fatto che siamo costituiti per il 60% da acqua – dice lo studio – non ci protegge dalle conseguenze potenzialmente letali di bere acqua a una velocità superiore a quella che i nostri reni possono espellere”.