Fausto Gresini è morto. Dopo una lunga convalescenza a causa del Covid, il due volte campione della 125 nel 1985 e nel 1987 si è spento nella tarda serata del 22 febbraio all’ospedale Maggiore di Bologna all’età di 60 anni. Il primo ricovero risale al 27 dicembre, dopo che le sue condizioni erano peggiorate per aver contratto il virus. Poi le cure, con diversi comunicati forniti dalla sua scuderia, l’omonimo Team da lui gestito e attualmente impegnato nel Mondiale MotoGP con l’Aprilia. Gresini ha alternato momenti di miglioramento a peggioramenti, causati purtroppo  dalle complicanze della grave polmonite interstiziale dovuta all’infezione. Venerdì e sabato scorso, dopo un miglioramento che lasciava vedere un po’ di luce in fondo al tunnel, le sue condizioni sono improvvisamente peggiorate, costringendo i medici a nuova sedazione e terapie per combattere la grave infiammazione polmonare. L’annuncio con un tweet da parte del team dopo la notizia smentita di ieri di molte testate giornalistiche.

 

Fausto Gresini, che nella sua carriera ha sempre corso nella 125, vinse il suo primo titolo mondiale nel 1985 e nel 1987.

Nel 1989 si trasferì all’Aprilia: con l’altra casa italiana fece una stagione anonima, corredata dal 5º posto in classifica generale con 102 punti. Nel 1990 passò alla Honda, con cui ebbe un altro brutto infortunio a seguito di una caduta: si limitò quindi a fare il secondo di Loris Capirossi, che in quell’anno riuscì a vincere il mondiale. Nel 1991 invece i due lottarono senza strategie di squadra, ma fu ancora Capirossi a conquistare il primo posto in classifica generale, distanziando Gresini di 19 lunghezze (200 punti a 181; in quell’anno Gresini vinse le gare svoltesi in Italia e Austria).

Dopo il ritiro dalle competizioni nel 1995 ha fondato un team motociclistico, il Gresini Racing, che disputa le gare del motomondiale.