Dopo tre mesi dall’incidente che gli ha provocato gravi ustioni soprattutto alle mani, Gianni Morandi, ha raccontato ad Alberto Matano, ospite de “La vita in diretta”, di quei momenti in cui ha avuto paura di non farcela:

“In quel momento mi sembrava di non farcela. Ho messo le mani dentro le braci, poi il gomito, i glutei, le gambe. Mi ritengo fortunatissimo ad aver salvato anche la faccia. In una situazione del genere può finire malissimo e non lo dimenticherò mai. Tutto è successo in un attimo: stavo usando il forcone per spingere nel braciere un pezzo di legno. La seconda volta che ho spinto sono volato dentro il braciere”

Nonostante la strada per la guarigione completa sia ancora molto lunga,  Morandi si ritiene un miracolato:

“Qualcuno mi ha guardato dal cielo. Io mi ritengo veramente fortunato. Cadere in quella buca, sopra quelle braci, con delle fiamme, venirne fuori e salvarsi stato un momento pericoloso di paura incredibile che ho provato. Urlavo dal dolore, ma c’era quest’adrenalina….Una volta rientrato in casa, ho detto a mia moglie Anna di tagliare i ‘brandelli’. Ma lei ha capito che era una cosa grave e ha chiamato l’ambulanza”.

Morandi non lesina di raccontare aneddoti relativi alla sua carriera, segnata dagli incontri con altri artisti:

“Da solo non avrei fatto niente. Le prime persone con cui ho collaborato quando sono arrivato a Roma e ho fatto i primi provini, erano Franco Migliacci, che aveva scritto Volare con Modugno, Ennio Morricone, Luis Bachalov, un altro premio Oscar. Loro hanno scritto e arrangiato i miei primissimi successi. Poi dopo, negli anni, ho avuto collaborazioni con molti, perché da solo non fai nulla. Io ho bisogno di tutti, della gente che mi ascolti, di qualcuno che mi scriva le canzoni, di qualcuno che creda in me. La vita è uno scambio con gli altri”.