Il secondo tragico Fantozzi è un film del 1976 diretto da Luciano Salce.

È il secondo capitolo della saga incentrata sulle vicende dell’impiegato Ugo Fantozzi, ideato ed interpretato da Paolo Villaggio.

Il film sembra quasi formare un continuum con il precedente, con il quale condivide in parte l’origine, vale a dire i libri Fantozzi e Il secondo tragico libro di Fantozzi.

A differenza del primo film, dove era doppiato da Gianni Marzocchi, in questo film l’attore che interpreta il geometra Calboni, Giuseppe Anatrelli, recita con la sua voce.

 

Il film è stato girato tra Roma, Civitavecchia e Capri. La villa dove si svolge la cena di gala è Villa Miani a Roma, a Monte Mario; mentre l’albergo delle scene dell’episodio ambientato a Capri è in realtà l’Hotel delle Nazioni a Roma. La stazione da cui partono Fantozzi e il Duca Conte Semenzara (e successivamente la moglie e la figlia) è la Stazione di Roma Ostiense. La cerimonia del varo della nave, presieduta dalla Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare è girata nel porto di Civitavecchia. La scalinata utilizzata per il rifacimento della pellicola distrutta de La corazzata Kotionkin è la scalea Bruno Zevi di fronte alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma. “L’ippopotamo”, il locale dove Fantozzi, Filini e Calboni trascorrono la serata, era in verità un elegante piano-bar in auge all’epoca, il “Capriccio” di via Liguria a Roma, e diventò un night club solo qualche anno dopo l’uscita del film, con il nome di “Cica Cica Boom” (è stato poi anche chiuso per prostituzione nel giugno 2007)

 

La corazzata Kotiomkin è il film fittizio ispirato parodisticamente a La corazzata Potëmkin. La sequenza vede il professor Guidobaldo Maria Riccardelli, interpretato da Mauro Vestri, imporre ai suoi impiegati la ripetuta visione di vecchi film d’autore, che lui venera. Una sera gli impiegati sono costretti a perdersi la partita di calcio Inghilterra – Italia per recarsi al cineforum del professore. Il tragitto di Fantozzi da casa al luogo della proiezione è accompagnato nel film da una radiocronaca di Nando Martellini, che il ragioniere ascolta con un apparecchio portatile: il commento di Martellini fu realizzato appositamente per il film.

Durante la proiezione il pubblico è inquieto, poiché gli impiegati si scambiano notizie sull’esito della partita; il direttore si illude che questo fermento sia dovuto ad un maggior interesse per la pellicola. Dopo quest’ennesima proiezione de La corazzata Kotiomkin, durante il consueto dibattito, giunge lo storico giudizio di Fantozzi, che ha finalmente deciso di ribellarsi e porre fine alla questione, pronunciando una delle frasi più celebri della saga dedicata al ragioniere:

 


Gli impiegati si ribellano, prendendo in ostaggio il direttore, picchiandolo, mettendolo in camicia di forza e costringendolo suo malgrado a vedere film di basso livello culturale: 
Giovannona CoscialungaL’esorciccio e l’immaginario poliziottesco La polizia s’incazza, dopo averlo fatto inginocchiare sui ceci ed aver dato fuoco davanti ai suoi occhi alle bobine di pellicola della sua copia personale del film.

Fantozzi e i suoi colleghi vengono costretti a vedere per l’ennesima volta il film La corazzata Kotiomkin

Non essendo possibile utilizzare scene originali de La corazzata Potëmkin di Sergej M. Ėjzenštejn, uno dei capolavori del cinema russo d’avanguardia, in fase di sceneggiatura si decise di farne una parodia. Il nome del regista venne opportunamente modificato: Sergej M. Ėjzenštejn divenne “Serghei M. Einstein”. Le scene della scalinata Potëmkin di Odessa visibili nel film furono girate dal regista Luciano Salcesulla Scalea Bruno Zevi, di fronte alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, e la pellicola venne “maltrattata” per ottenere un effetto di invecchiamento. Il famigerato “occhio della madre” è quello dell’attrice italiana Alba Maiolini. La colonna sonora è tratta dalla Promenade di Quadri da un’esposizione di Modest Petrovič Musorgskij.

 

Inoltre il film russo non è lungo come si lascia intendere: per dare più credibilità all’esasperazione degli impiegati, La corazzata Kotiomkin è composta da ben diciotto bobine, quando in realtà La corazzata Potëmkin dura soltanto 75 minuti