Nel 1980 il filmmaker giapponese Jun’ichi Yaoi, un esperto di fenomeni paranormali, si recò in Inghilterra per intervistare Stanley Kubrick presso gli Elstree Film Studios di Borehamwood, a un’ora di auto a nord di Londra. Nel video 1 ora e 24 minuti qui sotto possiamo vedere il materiale grezzo del documentario che non è mai stato montato e non è mai andato in onda. In seguito alle notizie diffuse dai media dell’epoca sulla lavorazione di Shining, agli strani incidenti occorsi sul set incluso un incendio che distrusse la hall dell’Overlook Hotel (ricostruita dentro un teatro di posa), Jun’ichi Yaoi volle indagare per realizzare un reportage su eventuali attività paranormali. Nel video il giapponese viene accolto dai collaboratori di Kubrick, inclusa la figlia Vivian che gli mostra il suo lavoro al making of del film e il magazzino con gli oggetti di scena. E anche soltanto fino qui, quelle immagini valgono oro per chiunque ami il cinema.

A questo punto Kubrick, scusandosi, fa sapere di essere impegnato con i trailer di Shining per i paesi stranieri e si condece solo per una scambio telefonico (nonostante si trovi fisicamente in un’altra stanza degli Studios, ma la sua ritrosia alle interviste è sempre stata nota). Jun’ichi Yaoi fa il suo lavoro e gli pone domande quali: Hai poteri sovrannaturali? Puoi leggere nella mente degli attori? Conosci dimensioni parallele? A proposito degli UFO, pensi chegli alieni vengano a farci visita? La chiacchiera si svolge in modo molto educato con qualche risatina e le risposte di Kubrick sono assolutamente normali “mi piacerebbe, ma non è così”, “non ci ho mai pensato davvero” e “faccio cose che mi piacciono e spero che piacciano alla gente”. A questo punto, con un certo candore, Yaoi gli chiede che se può spiegare l’ultima scena di 2001: Odissea nello spazio. La risposta di Stanley Kubrick è la seguente: “Ho cercato fino ad ora di evitare di dare spiegazioni. Quando spieghi le tue idee finisce che sembrano folli, mentre se le drammatizzi allora puoi farle sentire. Comunque ci provo. L’idea è che il protagonista sia stato preso da entità simil divine, creature di pura energia e intelligenza senza corpo né forma. Loro lo mettono in un luogo che si può descrivere come uno zoo umano per studiarlo e da quel momento in poi, la sua vita scorre in quella stanza senza percepire il senso del tempo. Semplicemente accade, così come lo si vede nel film”.


Kubrick continua: “Queste entità scelgono una stanza che replichi l’arredo francese, un arredo inaccurato perché noi supponiamo che loro possano avere un’idea di qualcosa senza esserne sicuri. Esattamente come noi non siamo sicuri di come arredare gli zoo per gli animali e tentiamo di replicare il loro ambiente naturale. Comunque, quando finiscono con lui, come accade in molti miti e molte culture del mondo, si trasforma in una sorta di super essere che viene rispedito sulla Terra, come se fosse una specie di Superman. A questo punto possiamo soltanto immaginare cosa succeda quando torna. È un disegno di una grande mitologia ed è questo ciò che cerchiamo di evocare”.

(fonte:comingsoon.it)