L’invenzione

Appartengono ormai al passato, le schede (o tessere) telefoniche. Un tempo utilizzate per effettuare chiamate dalle cabine della Sip, poi divenuta Telecom, sono in seguito entrate a far parte delle collezioni, più o meno ricche, di appassionati di ogni età.

L’invenzione si era resa necessaria per far fronte ai furti di gettoni telefonici e monete dagli apparecchi telefonici pubblici e anche perché risultava essere una soluzione più comoda e pratica rispetto agli ingombranti e pesanti gettoni.

La novità

Si trattava, allora, di una novità assoluta e originale a livello mondiale introdotta, per la prima volta, dal gestore telefonico Sip. Il grande successo arrivò, poi, negli anni Novanta con la diffusione della carta “orizzontale” (quella che oggi tutti noi conosciamo) la cui caratteristica era quella di poter essere utilizzata più volte”. Siccome dopo le chiamate la scheda telefonica prepagata ritornava nella tasca del suo proprietario, oltre che semplice mezzo di pagamento per le chiamate pubbliche, fu utilizzata anche come valido veicolo di messaggi pubblicitari, sociali e culturali.

Pezzi da collezione

Le schede telefoniche (sempre più belle e colorate) iniziarono presto poi a diventare il vezzo dei collezionisti. Alcune serie hanno vissuto un vero e proprio successo, e c’è chi ancora le ricorda con quella sensazione di nostalgia che accompagna spesso il passato. Ad esempio la serie “Compagna di tutti i giorni”, che reclamizzava la tessera facendo leva sulla possibilità di effettuare chiamate risparmiando sulla bolletta di casa. Oppure le serie “Fasce orarie”, o “R2 avviso di chiamata”.

Esistono anche schede telefoniche che valgono una fortuna: possono sfiorare i 10.000 euro (se in perfette condizioni e con valore facciale originale) collezioni di schede precursorie prodotte tra il 1977 e il 1981 dalla Sida, le schede Urmet bianche (1985-86) e rosse (1986-88) in cartone resistente, le schede omaggio realizzate da alcune aziende (come Alitalia, Intel o Lufthansa), le schede della serie “Labirinto” e quelle che riportano scorci o opere d’arte (oltre alla Torre di Pisa, Alberobello o il particolare di Michelangelo).

Ci sono alcune schede che variano per impercettibili (al profano) particolari. È il caso della “Fontana maggiore di Perugia” della serie turistica delle schede Telecom, che ha alcuni esemplari con l’immagine diversa per inquadratura.

Gli ultimi anni

Dal 1994 Telecom Italia redige e pubblica un catalogo periodico contenente tutte le serie di schede emesse, dalle più comuni alle più rare, che sono anche acquistabili direttamente, richiedendole alla stessa Telecom, al costo del valore facciale. Questo servizio ha reso la vita più semplice ai collezionisti che hanno avuto così la possibilità di entrare in possesso di schede emesse al di fuori della propria regione o dalla tiratura particolarmente bassa. Nel 2009 Telecom Italia decide di chiudere il servizio collezionismo senza alcun preavviso, continuando comunque ad emettere schede fino al 2018.

Una scheda anche leggermente abrasa o smagnetizzata può vedere drasticamente diminuito il suo valore.

Un pezzo da novanta della nostra storia, che ancora tutti ricordiamo con piacere ed un pizzico di nostalgia.