Dopo le polemiche per la chiusura da parte di Facebook di uno dei gruppi dedicati a Lino Banfi per «incitamento alla violenza» in molte sono state le reazioni social della gente che ha difeso tutta la commedia anni 80 90 per eccesso di politicamente corretto.

La community si chiamava “Noi che amiamo Lino Banfi official”, e contava 117mila fan di Lino, ma due giorni fa è stata oscurata, per violazioni degli standard del social network in merito a violenza e sesso. Come per tutti i gruppi gli utenti pubblicavano anche spezzoni di film e uno di questi, la celeberrima canzone «E benvenuti a ‘sti frocioni, belli grossi e capoccioni», suonata nel film Fracchia la belva umana è stata bandita dal social in quanto «incitamento all’odio» contro i gay.

Lino Banfi ha avuto modo di intervenire sulla questioni commentando dalle pagine di Libero proprio quelle accuse. 
“Ci stanno togliendo la possibilità di ridere e far ridere, cosa di cui oggi avremmo un gran bisogno. Per questo dico basta agli eccessi del politicamente corretto: con queste azioni sono gli stessi censori a risultare ridicoli e stupidi. Ma davvero credono che dire “Ti prendo le ginocchia e te le metto nelle dita dei piedi” sia un incitamento alla violenza?”
Lo stesso poi ha raccontato un aneddoto su una delle scene mitiche: 
“Perfino un capo della Polizia mi disse che, ogni volta che doveva consegnare i diplomi ai nuovi commissari, prima di lasciarli andare via, faceva loro cantare quei miei versi: “Non sono frocione, non mi chiamo Frì Frì, sono commisserio e ti faccio un culo così!”.