L’uomo bicentenario (Bicentennial Man) è un film del 1999 diretto da Chris Columbus, basato sull’omonimo racconto di Isaac Asimov e sul suo susseguente romanzo Robot NDR-113, scritto a quattro mani da Robert Silverberg e Isaac Asimov. Il film fu un insuccesso commerciale e venne accolto con pareri discordanti, ma ricevette una candidatura all’Oscar al miglior trucco.

 

La pellicola incassò 87 milioni di dollari contro un budget di 100 milioni, non riuscendo dunque a rientrare nei costi di produzione.

Nel racconto originale di Asimov (così come in molti altri della collana), il nome della società produttrice dei robot NDR-114 era “U.S. Robots and Mechanical Men”; poiché, nel racconto, tale società viene descritta in termini piuttosto negativi, il nome è stato cambiato in “NorthAm Robotics” su pressioni della U.S. Robotics, la cui dirigenza non vedeva di buon grado l’idea di esservi accostata, pur solo per assonanza.

In una scena, dove vengono inquadrati Andrew e Rupert al lavoro agli organi artificiali, Galatea canta “If I Only Had A Heart” tratta dal film Il mago di Oz. La canzone viene cantata usando altre parole (nel doppiaggio italiano) ma è un chiaro riferimento al fatto che i robot non avendo un cuore lo desiderano per assomigliare ai loro creatori, ovvero gli esseri umani.

La stessa Galatea alla fine del film sembrerebbe infrangere una delle tre leggi della robotica, la prima, staccando la spina e quindi uccidendo Portia Charney. In realtà può farlo in quanto si rende conto di non recarle danno.