In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, Manuel Agnelli si racconta tra luci e ombre, con occhio critico sul futuro e sul suo passato ad X Factor:

“Non mi manca, altrimenti lo avrei fatto. Avevo Bowie a teatro e il tour di Ballate: metterci altro avrebbe rovinato tutto. Inoltre, il talent è diventato più televisivo e meno musicale e rischiavo di diventare grottesco: quello che “dice la battuta cattiva”. Avevo già detto quello che dovevo dire”

Sugli altri giurati, invece:

“Io ho sempre avuto dissapori con gli altri giurati, nel senso che molti hanno una visione diversa dalla mia rispetto a cos’è la musica e perché si fa. Questo però non mi avrebbe evitato di stare lì a fare la mia parte, fra l’altro, prendendo tanti dollaroni”

E’ stato uno dei primi a credere nei Maneskin. I ragazzi, come racconta Manuel Agnelli:

“Hanno dimostrato che il rock’n’roll è un linguaggio universale. Siamo noi a considerarlo ancora anglosassone: non è che la ruota, inventata dai Sumeri, possono farla solo i Sumeri. I Måneskin sono persone del mondo: italiani e romani, ma senza complessi di inferiorità”.