Marilyn Manson ha deciso di consegnarsi alla polizia dello stato americano del New Hampshire in seguito al mandato di arresto nei suoi confronti emesso a fine maggio, relativo alla presunta aggressione contro un’operatrice due anni fa durante un concerto. Niente a che vedere con le tante accuse di molestie mosse nei confronti di Brian Hugh Warner (il vero di Manson) negli ultimi mesi (a febbraio sono partite le indagini), ma si tratta di un caso completamente diverso.

Lo scorso maggio il Dipartimento di polizia di Gilford, nel New Hampshire, ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Manson in seguito ad un incidente avvenuto nel 2019 che, secondo quanto dichiarato dalla polizia, avrebbe coinvolto un video reporter. “Il Sig. Warner si stava esibendo in un concerto alla Bank of NH Pavillon il 18 agosto 2019”, si legge nel comunicato, “quando si è verificata l’aggressione da parte del cantante”. Manson, secondo le accuse, sputò contro un’operatrice video che stava riprendendo lo show.

Se condannato, il cantante rischia fino a un anno di carcere e una multa di 2 mila dollari. Il suo avvocato ha fatto sapere: “Non è un segreto, per chiunque abbia partecipato ai concerti di Marilyn Manson, che gli piace essere provocatorio sul palco, specialmente se in giro c’è una telecamera. Questa denuncia è arrivata dopo che abbiamo ricevuto richiesta di risarcimento danni da più di 35 mila dollari da un operatore video di un locale perché una piccola quantità di saliva sarebbe entrata in contatto con il suo braccio. Abbiamo chiesto prove di eventuali presunti danni, ma non abbiamo mai ricevuto risposta”.